Abu Dhabi, Wolff avvisa Verstappen e Red Bull: “Il karma esiste”
Nella vita può capitare di subire brutte delusioni, talmente brutte che saranno difficili da mandare giù per l’intera esistenza. Un finale di stagione come quello del 2021 ad Abu Dhabi ha tutti i crismi di uno di quei momenti per la Mercedes e Toto Wolff. La vittoria del Mondiale con sorpasso all’ultimo giro di Max Verstappen su Lewis Hamilton viene vissuta come ingiusta da tutto il mondo Mercedes: da Wolff, appunto, sino all’ultimo e più tiepido tifoso del sette volte campione del mondo britannico.
Il famoso karma
La safety car della discordia di Abu Dhabi e la gestione del discusso Direttore di Corsa, Michael Masi, ancora tolgono il sorriso, la serenità e forse anche il sonno a Wolff, che non perde occasione per mandarle a dire alla Red Bull e a Verstappen. L’olandese e la sua scuderia sono rei, per l’austriaco, di aver vinto il Mondiale derubando Hamilton e la Mercedes. “Può capitare che qualcuno vinca, ma non nel modo giusto e questo non durerà a lungo, anche perché il karma esiste. Non mi riferisco a una gara o a una stagione, ma anche tra dieci o vent’anni”, ha detto a Squaremile il manager del team britannico. Che poi ha rivelato di non appoggiare più la “mentalità di trionfare a tutti i costi”, definendola qualcosa che avrebbe appoggiato sino ad un paio di anni fa, ma non ora.
Folgorazione
Il Toto Wolff di oggi si definisce cambiato. La vittoria è importante, ma solo se ottenuta in un certo modo. “Oggi voglio ancora vincere, ma voglio farlo nel modo giusto. Ho dei valori e una mentalità che voglio difendere nella squadra”, ha detto con chiaro riferimento al finale che ha incoronato Verstappen campione del mondo. “Credo nell’umiltà, nell’onestà, nell’integrità e nella trasparenza. Sono ingredienti importanti nel lungo termine”, il parere del numero uno della gestione sportiva della Mercedes.
La difesa
Nei giorni che portano al Gran Premio di Francia, Wolff va a caccia della continuità, quella che ha condotto ad una buona e (forse) inattesa sequenza di podi per Hamilton e Russell, sempre abbastanza distanti da Ferrari e Red Bull, ma capaci di approfittare delle magagne di una o dell’altra. O di entrambe, come in Austria. Ma, nonostante ciò, le critiche sono arrivate, soprattutto a Hamilton: “Devo proteggerlo, perché la gente ha iniziato a criticarlo, il che non è giusto. È un’assurdità: è il più grande pilota di tutti i tempi, ma la macchina non è proprio all’altezza”, la difesa di Wolff. Il manager austriaco ha definito “non performante” la W13 e ha chiarito che la colpa non è dei piloti. L’obiettivo rimane quello di aiutare Hamilton a conquistare il titolo mondiale dei record, l’ottavo, che gli permetterebbe di superare Michael Schumacher. “Credo che avrebbe dovuto conquistare l’ottavo titolo iridato l’anno scorso, lo sanno tutti”. Amen. O forse no?