Aston Martin Valhalla, il paradiso per gli amanti delle supercar ibride
Dal concept di una supercar alla produzione in serie. La Aston Martin Valhalla diventa realtà sottoforma di una straordinaria auto con motore centrale totalmente focalizzata sul pilota. Un’auto che riflette la presenza del marchio di Gaydon in Formula 1 e che si pone come l’ultimo e più importante frutto della strategia Project Horizon di Aston Martin.
L’esperienza in F1 è stata utile nella progettazione del telaio, dell’aerodinamica e dell’elettronica. E con l’innovativo powertrain ibrido, la Valhalla è una straordinaria vetrina tecnologica del marchio. Ma la Valhalla non è un freddo esperimento ingegneristico, ma vuole portare il massimo divertimento che una supercar può regalare a chi è alla guida. Ciò grazie a livelli altissimi di deportanza che permettono di percorrere le curve ad altissime velocità e a una perfetta armonia tra la coppia istantanea del motore elettrico con la ferocia del motore V8.
La passione passa anche dalla spina
Nel dettaglio, il cuore pulsante della Valhalla è un nuovissimo powertrain PHEV che dispone di tre motori. Prima di tutto il V8 twin-turbo di 4 litri montato in posizione centrale-posteriore. Il propulsore più avanzato, reattivo e prestazionale mai montato su un’Aston Martin è dotato di un albero motore piatto per una maggiore prontezza agli input. Arriva a 7200 giri e produce 750 CV, trasferiti unicamente alle ruote posteriori.
Ad affiancare il motore a benzina c’è un sistema ibrido a batteria da 150 kW che utilizza due motori elettrici. Il primo è montato sull’asse anteriore, il secondo su quello posteriore. Il sistema elettrico contribuisce con ulteriori 204 CV, arrivando alla potenza combinata di 950 CV e a una coppia massima di 1000 Nm. Se guidata in modalità EV, la batteria fornisce potenza solo all’asse anteriore. In tutti gli altri casi l’energia viene divisa sui due assi, in percentuali che cambiano in continuazione in base alle necessità di marcia. Quando si cercano le massime prestazioni, la potenza elettrica può essere mandata al 100% sull’asse posteriore.
Affiancato al powertrain c’è la nuovissima trasmissione DCT a 8 marce. Progettata e costruita in esclusiva per Aston Martin, il nuovo cambio è stato sviluppato specificamente per l’era ibrida: la retromarcia usa solo i motori elettrici (risparmiando il peso che avrebbe implicato una retromarcia convenzionale) e la trasmissione è dotata anche di un differenziale a slittamento elettronico sull’asse posteriore per massimizzare la trazione e l’agilità.
In modalità completamente elettrica la Valhalla è in grado di raggiungere i 130 km/h e viaggiare per un massimo di 15 km. Se invece si scatenano tutti i 950 CV la supercar inglese raggiunge i 300 km/h e passa da 0 a 100 km/h in 2,5 secondi. Al Nürburgring? Gira in 6:30.
Una struttura in fibra di carbonio, per avere la massima rigidità con il minimo peso, è alla base della Aston Martin Valhalla. È dotata di sospensioni anteriori push rod in stile Formula 1, completate da molle e ammortizzatori montati all’interno che riducono le masse non sospese. Con un multilink al retrotreno, la Valhalla utilizza ammortizzatori Multimatic Variable Spring e Adaptive Spool Valve (ASV) che permettono di adattare l’assetto in base alle necessità per avere sempre la regolazione migliore, in pista e in strada.
C’è un peso “cattivo”, e la Valhalla lo contiene a meno di 1550 kg a secco, e un peso buono, quello generato dalla deportanza aerodinamica. Beneficiando di una spinta il basso derivata dall’aerodinamica della hypercar Aston Martin Valkyrie, a sua volta ispirata dalla Formula 1, la Valhalla sfrutta una combinazione di superfici aerodinamiche attive – in particolare le superfici anteriori e l’ala posteriore – e una magistrale gestione del flusso d’aria sottoscocca. A 240 km/h, la Aston Martin Valhalla genera ben 600 kg di downforce.