Bizzarrini 5300 GT Strada: la “sorella” col V8 della Ferrari 250 GTO
Giotto Bizzarrini è un nome che non ha bisogno di presentazioni tra gli appassionati di auto d’epoca: all’ingegnere si devono, solo per citarne alcune, vetture come la Ferrari Testa Rossa, il primo V12 Lamborghini e la leggendaria Ferrari 250 GTO.
Anche se molto meno famosa, la Bizzarrini 5300 GT Strada è da molti vista come una sorella della 250 GTO. A cominciare dalla firma del progetto, Giotto Bizzarrini appunto. Inoltre entrambe le auto hanno un cofano allungato, una linea del tetto bassa, lunga e ampia, e un motore montato in posizione talmente arretrata da poter essere classificato come frontale-centrale.
In effetti, nel progettare la 5300 GT Strada, Giotto Bizzarrini, mise in pratica tutte le lezioni imparate lavorando con Alfa Romeo, Ferrari e Lamborghini con l’obiettivo di realizzare un veicolo che fosse essenzialmente una nuova e migliorata 250 GTO progettata per le gare di durata.
Notte dei lunghi coltelli
Nel 1961 a Maranello si visse quella che viene ricordata come la “Notte dei lunghi coltelli”, ovvero l’uscita di scena degli ingegneri più esperti e di altro personale Ferrari che cambiò per sempre il volto della Casa modenese.
Gli eventi generarono da frizioni tra la moglie di Enzo Ferrari e il capo delle vendite Girolamo Gardini che avevano frequenti e accesi disaccordi riguardanti l’operato dell’azienda. Il tutto culminò con una lettera riguardante i problemi co-firmata da Gardini. Gli altri firmatari includevano Romolo Tavoni, il capo ingegnere Carlo Chiti e il capo dello sviluppo delle auto sportive sperimentali Giotto Bizzarrini.
Enzo Ferrari convocò una riunione il cui risultato fu l’uscita da Maranello di molto personale di importanza strategica. Molti pensarono che ciò potesse rappresentare la fine della Ferrari, ma l’azienda riuscì a sopravvivere e gli ingegneri che se ne andarono ebbero un grande impatto sul mondo dell’automobilismo italiano.
Dall’Alfa Romeo alla Bizzarrini
Senza quegli eventi, la Bizzarrini 5300 GT Strada probabilmente non avrebbe mai visto la luce. Giotto Bizzarrini fu un ingegnere cruciale alla Ferrari: creò il prototipo della 250 GTO usando la sua personale 250 GT SWB come muletto chiamato “Il Mostro” per il suo aspetto non molto piacevole.
Bizzarrini iniziò a lavorare nel 1954 al “Servizio Esperienze Principali” di Alfa Romeo come collaudatore e ingegnere. Nel 1957 venne assoldato da Enzo Ferrari come collaudatore, ma venne velocemente promosso a ingegnere a capo dello sviluppo a soli 31 anni.
“Sono diventato un collaudatore che per caso era anche ingegnere, con una formazione matematica. Ho sempre avuto bisogno di sapere perché qualcosa non funziona, in modo da poter trovare una soluzione”, dichiarò Bizzarrini.
Dopo aver lasciato la Ferrari, diversi ingegneri tra cui Carlo Chiti e lo stesso Bizzarrini fondarono la Automobili Turismo e Sport (ATS) per sviluppare e costruire un’auto da Formula 1 e una vettura GT.
Nel 1962, Bizzarrini fondò la Società Autostar e uno dei suoi primi grossi clienti fu Ferruccio Lamborghini, che lo assunse per sviluppare il nuovissimo motore V12 con cui voleva equipaggiare la sua gran turismo di lusso. Proprio quella vettura con cui Lamborghini voleva tornare da Enzo Ferrari dopo che i due avevano avuto un litigio.
Bizzarrini fu anche ingaggiato dalla Iso Automobili: per loro creò la Iso Rivolta IR 300, la Iso Grifo e la Iso Grifo A3/C. Tuttavia un disaccordo portò Bizzarrini a progettare una sua versione della Iso Grifo A3/C, a costruirla e a venderla con il suo stesso nome: quest’auto sarebbe stata la Bizzarrini 5300 GT Strada.
Progettata per Le Mans
La Bizzarrini 5300 GT era per molti aspetti basata sulla Iso Grifo che l’ingegnere livornese aveva progettato per Iso a metà degli anni ‘60. La Bizzarrini usava un’avanzata (per l’epoca) struttura saldata unibody con una linea del tetto eccezionalmente bassa, un cofano lungo e basso e un motore anteriore molto arretrato verso l’abitacolo.
La 5300 GT era progettata in modo specifico per correre alla 24 Ore di Le Mans. Lo fece con un certo successo, visto che vinse la propria categoria nel 1965.
La potenza era fornita da un V8 small-block da 5,4 litri di una Chevrolet Corvette. Era dotato di 365 CV e 385 Nm, mentre la versione da corsa della vettura aveva 400 CV. La potenza era mandata alle ruote posteriore tramite un cambio manuale a 4 marce Borg Warner T-10. L’auto era relativamente leggera (1200 kg) grazie a una carrozzeria in alluminio e si muoveva su sospensioni indipendenti anteriori con asse de Dion posteriore.
Visto il passato glorioso della Bizzarrini 5300 GT, quando sono messe all’asta queste vetture attirano sempre parecchia attenzione. L’esempio che vedete è stato completamente restaurato in Italia da Salvatore Diomante, ex capo fabbrica della Bizzarrini. Questo esemplare verrà messo all’asta il 19 novembre con un prezzo stimato compreso tra 750.000 e 950.000 euro.