BMW M535i, la prima M che potevi usare per andare al lavoro
Nel 2022 cade un importante anniversario per BMW: a settembre saranno infatti 50 anni dalla nascita della E12, la prima generazione di Serie 5. Su questo modello BMW Motorsport GmbH realizzò qualche anno dopo la prima vettura marchiata M, utilizzabile tutti i giorni: la BMW M535i.
Anche BMW M nacque nello stesso anno, a maggio, come costola orientata alle prestazioni di BMW AG, iniziando col botto con la CSL 3.0. Nel 1978, con l’aiuto di Lamborghini, alzò il livello con la M1 realizzata in modo artigianale. Ma il modello che ha davvero aperto la strada a ogni altra BMW M stradale è stata proprio la M535i della prima generazione.
Antenati sudafricani
Presentata al Salone di Francoforte, la Serie 5 si inseriva un gradino sopra la 2002, antenata dell’attuale Serie 3. Inizialmente offerta con motori a 4 cilindri di dimensioni modeste, la gamma originale della Serie 5 venne ampliata nel 1973 per includere un motore a 6 cilindri. Ispirandosi alla 530 MLE prodotta da BMW Motorsport per BMW Sudafrica, la M535i venne svelata nel 1979, sempre a Francoforte, con un motore non-M.
Basato sull’M88/1 e con qualche riferimento all’M90, l’M30B35LE è un 6 cilindri da 3,5 litri preso in prestito dalla 365CSi e dalla 735i. A 2 valvole per cilindro con disposizione SOHC, questo motore aspirato è dotato di una testata M30, lubrificazione a carter umido e iniezione di carburante Bosch L-Jetronic.
Con un rapporto di compressione di 9,3:1, la M535i sviluppava 215 CV a 5.200 giri e una coppia di 304 Nm a 4.000 giri. Mai venduta negli Stati Uniti perché non rispettava i regolamenti sulle emissioni e di sicurezza, la berlina sportiva derivata dalla Serie 5 era dotata di serie con una trasmissione manuale a rapporti ravvicinati Getrag 265.
Non solo motore
La prima auto M che poteva essere usata quotidianamente tuttavia non era solo una E12 con un motore più potente sotto al cofano. Era anche dotata di numerosi miglioramenti dal punto di vista del telaio e delle sospensioni, a cominciare dalle barre anti-rollio più robuste su entrambi gli assali. I montanti McPherson e i bracci semi-trasversali vennero migliorati con ammortizzatori Bilstein e molle più rigide.
Il servosterzo era comandato da un volante a tre razze condiviso con la rarissima M1. La M535i calzava cerchi in lega BBS a razze incrociate con pneumatici ad alte prestazioni XWX di Michelin e presentava freni potenziati e dischi freno più spessi.
Facendo segnare sulla bilancia un peso di 1.391 kg, contro i 1-385 kg della 528, la M535i poteva raggiungere i 100 km/h in circa 7 secondi. La velocità massima dichiarata era di 228 km/h, più che sufficienti per una berlina di rappresentanza di quell’epoca.
Livrea M
All’esterno la Casa bavarese aveva equipaggiato questo modello con uno spoiler frontale in tinta della carrozzeria su cui erano dipinti i colori di BMW M. Gli stessi colori erano usati per gli adesivi sulle fiancate e sul cofano del bagagliaio, dove era stato aggiunto anche uno spoiler in gomma. Aprendo la portiera del guidatore si rivelavano i sedili Recaro rivestiti di velluto a coste. Il resto dell’abitacolo era rimasto praticamente identico a quello della Serie 5.
Come optional venivano offerte dotazioni come un antenna elettrica per lo stereo, sedili sportivi con bande BMW M, finestrini elettrici, poggiatesta posteriori, chiusura centralizzata, aria condizionata, rivestimento in pelle o similpelle, tettuccio apribile e così via. Extra abbastanza comuni per l’epoca, ma non usuali su una berlina sportiva.
La BMW M535i era costruita parzialmente sulle linee produttive della Serie 5 a Dingolfing. La costruzione terminava poi a Garching grazie alla divisione M. La prima vettura uscì dalla catena di montaggio di Garchin in aprile del 1980, mentre l’ultima M535i venne completata a maggio del 1981. In totale furono prodotti 1.410 esemplari, di cui 960 con la guida a sinistra e 450 con il volante a destra.