Cinque auto che il motore centrale non ha reso delle supercar
Molte delle supercar attuali, ma pure del passato, hanno una cosa in comune: il motore posizionato alle spalle dell’abitacolo in posizione centrale. Pensiamo per esempio all’ultima Ferrari 296 GTB o, guardando ai decenni scorsi, alla Lamborghini Miura. Questa disposizione permette di mantenere il baricentro della vettura all’interno delle quattro ruote e ciò è fondamentale per un ottimo equilibrio dinamico. Se il motore centrale è generalmente usato su auto sportive, ci sono però esempi in cui questo layout non è stato sinonimo di supercar, anzi è apparso su vetture tutto sommato abbordabili e dalle prestazioni tutt’altro che eccezionali. Ecco cinque esempi.
Unipower GT (1966)
La Unipower GT la prima sportster britannica a motore centrale a un prezzo accessibile. Veniva equipaggiata con il motore da 998 cc della Mini Cooper o da 1.275 cc della Mini Cooper S, rispettivamente da 55 o 75 CV. Era realizzata magnificamente, ma era troppo costosa per sopravvivere tant’è che in due anni ne furono prodotte solo 75 unità.
Fiat X1/9 (1972)
Probabilmente la prima vera sportiva a motore centrale accessibile a tutti, la Fiat X1/9 nacque da un progetto di Bertone e utilizzava le meccaniche della Fiat 128. Inizialmente venne equipaggiata con il motore da 1,3 litri da 75 CV, ma dal 1978 venne montato un 1,5 litri da 85 CV.
Honda Beat (1991)
Se vi piace pensare che nella botte piccola sta il vino buono, la kei car Honda Beat con il suo 3 cilindri turbo da 656 cc con 64 CV di potenza è la vettura che fa per voi. Era fantastica da guidare, bella da vedere ed era economica: in 5 anni di produzione ne sono stati prodotti oltre 33.000 esemplari.
Autozam AZ-1 (1992)
Un’altra kei car, ma a nostro parere meno riuscita della piccola Honda: mentre la Beat era una spider, la Autozam AZ-1 era una coupé con le portiere ad ali di gabbiano. La vettura era dotata di un 3 cilindri turbo da 657 cc di origine Suzuki che erogava 64 CV. Autozam era una sussidiaria di Mazda, che permise anche a Suzuki di produrre una sua versione, chiamata Cara.
Smart Roadster (2003)
Sulla scia della fortunata citycar, il gruppo DaimlerChrysler decise di allargare la gamma Smart alla Roadster. Il 3 cilindri da 698 cc erogava una potenza massima di 82 CV: non molti, ma sufficienti a dar brio a una due posti dal peso contenuto. La vettura tuttavia si dimostrò un flop commerciale e la produzione della Roadster si interruppe nel 2005.