Cinque concept con il coefficente aerodinamico di un muro
Negli ultimi anni, il tema dell’aerodinamica sta avendo sempre più importanza nella progettazione delle vetture. Lo dimostra il fatto che i tutti i costruttori, come Honda o Porsche giusto per fare un paio di esempi, investono pesantemente in questo campo. Guardando alle concept car del passato però, c’è stato un periodo in cui sembra che le Case automobilistiche avessero in mente altro, in particolare l’abitabilità. Ecco cinque concept a cui non interessava il coefficiente aerodinamico.
Honda Fuya-Jo (1999)
Presentata per la prima volta al Salone di Tokio nel 1999 come un mini nigh club mobile, la Honda Fuya-Jo sembrava più un incrocio tra un’auto blindata e un carrello del supermercato montato su ruote che parevano essere prese in prestito da un set Lego.
Honda Neukom (1999)
Se mai doveste immaginare a una serra su ruote è probabile che vi venga in mente qualcosa di simile alla Honda Neukom. Il tutto con lo stile e l’aerodinamica di un capannone!
Citroen Osmose (2000)
Quando presentò l’Osmose, Citroen la descrisse come “un concept audace, che dipinge una visione del design user-friendly del veicolo e che porta a una nuova forma di relazione tra pedoni e automobilisti, affrontando allo stesso tempo la questione dell’uso responsabile dell’altro”. Come se fosse antani!
Toyota Pod (2001)
La Toyota Pod rilevava il battito cardiaco e la sudorazione del guidatore. Nel caso in cui rilevasse delle anomalie, per rilassarlo, cambiava il colore dell’illuminazione e agitava la sua “coda”, un antenna sul retro. Qualcosa che probabilmente agitava ancora di più il guidatore piuttosto che calmarlo…
Venturi Eclectic (2006)
Un concept così lontano dalla relatà che in realtà si trovava in un’altra galassia. L’Eclectic si autoalimentava grazie ai pannelli solari integrati e a una turbina eolica. Il problema era che non poteva generare abbastanza energia per essere veramente utilizzato. Magari avrebbe avuto più possibilità se non avesse avuto la forma di un mattone.