Cinque SUV ante-litteram che hanno precorso i tempi
Oggi li troviamo su qualsiasi strada, ma i SUV sono una moda piuttosto recente, si potrebbe dire degli ultimi 15 anni. Da allora hanno iniziato a dominare il mercato in praticamente ogni segmento, facendo quasi sparire tipologie di vetture come station wagon e monovolume. Che questo sia un bene o un male non sta a noi giudicare, ma se la moda dei SUV è molto recente non significa che nessuno prima avesse provato la stessa strada. Ecco cinque esempi di SUV ante-litteram che sono arrivati troppo presto, in alcuni casi anche di 60 anni!
Alfa Romeo Matta (1951)
La tradizione di Alfa Romeo è nelle prestazioni ma nella sua storia troviamo anche diversi veicoli commerciali, tra cui alcuni furgoni e un fuoristrada chiamato Matta. Lanciato nel 1951, venne sviluppato per ottenere un cospicuo contratto con l’esercito italiano, il quale però scelse la Campagnola di Fiat.
Alfa Romeo decise di non buttare il progetto e di costruire 2059 unità del Matta tra il 1951 e il 1955. La maggior parte di essi venne acquistata da agenzie governative (tra cui, ironicamente, l’esercito) e solo poche centinaia di esemplari vennero venduti a civili. Come suggerisce l’apparenza, il matta era molto spartano ma utilizzava una versione con doppie camme in testa del 4 cilindri da 1,9 litri.
Jeep Commando (1967)
Prima che arrivasse il Commando, erano già più di venti anni che Jeep produceva, con diversi gradi di successo, versioni civili dei suoi famosi fuoristrada militari. Il Commando era un grande SUV a due porte disponibile in versione pick up, cabrio, roadster e wagon e puntava a fare concorrenza al Ford Bronco, lanciato due anni prima.
Neppure un frontale “de-jeepizzato” del modello del 1972, dotato tra l’altro di più potenti motori V8 e a 6 cilindri in linea provenienti da AMC, riuscì a risolvere i problemi del Commando. Per questo, a differenza del Bronco che è diventato un modello leggendario ed è stato recentemente riproposto in chiave moderna, il Commando è ampiamente dimenticato.
Plymouth Trail Duster (1974)
Jeep ha risposto rapidamente al Bronco (anche se con scarsi risultati), ma Chrysler non è stata così veloce. Il Dodge Ramcharger arrivò quasi un decennio dopo che il Bronco era diventato popolare nel segmento dei fuoristrada a due porte. Ma peggio ancora fece la Casa sorella di Dodge, la Plymouth, che chiamò Trail Duster il suo SUV ante-litteram.
Plymouth non era famosa per i suoi fuoristrada e la risposta del mercato fu, com’era prevedibile, molto tiepida. Se Dodge riuscì a vendere 110.000 Ramcharger in 7 anni, Plymouth si fermò a 36.000 Trail Duster. Fu il primo e anche ultimo fuoristrada del costruttore americano.
Biagini Passo (1990)
Una sessantina di esemplari di Biagini Passo vennero assemblati in Italia tra il 1990 e il 1993 utilizzando un miscuglio di parti provenienti da diversi costruttori. L’azienda prese la carrozzeria di una Golf Cabriolet di prima generazione, montò i fari anteriori di una Fiat Panda e collegò il tutto sulla trazione integrale della Golf Country. Cosa poteva andare storto?
Il risultato finale fu un veicolo ibrido che non si capiva bene se fosse un’auto tradizionale o un SUV. La ruggine ha decimato buona parte delle unità prodotte quindi il passo è un modello molto raro, sebbene il suo valore non sia molto elevato.
Mitsubishi Pajero Evolution (1997)
La carriera sportiva del Mitsubishi Pajero andava a gonfie vele quando l’Evolution, la sua versione omologata per la strada, fece il suo debutto nel 1997. Il Pajero aveva vinto infatti la Parigi-Dakar nel 1985, nel 1992 e nel 1993. La Casa giapponese trasferì le conoscenze apprese in anni di competizioni nei posti più inospitali del pianeta in un super-SUV in edizione limitata, prodotto rigorosamente per scopi di omologazione.
Circa 2.500 esemplari di Evolution a due porte sono stati prodotti. Tutti disponevano di un motore V6 da 3,5 litri in grado di mandare i 275 CV alle 4 ruote motrici ospitate da passaruota svasati. A ricordare la provenienza dal motorsport c’era anche uno spoiler montato sul tetto. Il modello si rivelò un successo perché i SUV ad alte prestazioni erano rari negli anni ‘90 e gli appassionati acquistarono tutte le unità prodotte a tempo di record.