Come nasce un capolavoro: la storia della Bugatti Type 57S Atlante
Molti ritengono la Bugatti Type 57S Atlante come l’esempio definitivo dell’arte del marchio francese per quanto riguarda progettazione, prestazioni ed estetica. Di certo ci troviamo di fronte a un capolavoro automobilistico degli anni ‘30, periodo in cui sono state create alcune delle più belle vetture della storia.
Jean Bugatti
Jean Bugatti proveniva da una famiglia dalla forte storia artistica, di cui nelle generazioni precedenti avevano fatto parte scultori, architetti e designer di mobili e gioielli. Il padre era il famoso Ettore, il fondatore di Automobiles E. Bugatti. Jean venne cresciuto in un ambiente in cui arte, design e auto ad alte prestazioni si fondevano insieme: una solida base sa cui partire per dare un grande contributo all’azienda di famiglia.
Arrivato all’età adulta, Jean acquisì un ruolo importante a livello stilistico nell’azienda del padre realizzando gran parte del lavoro sulla Bugatti Type 41 Royale quando aveva solo 23 anni. Si occupò poi del design della carrozzeria della nuova Type 57, che entrò in produzione nel 1934. Il suo lavorò si concentrò anche sulla berlina Galibier, la berlina a due porte Ventoux, la coupé drophead Stelvio, oltre alle Coupé Aero, Atlantic e Atlante che vennero costruite su un telaio ribassato della Type 57S.
Due telai
Le Type 57 erano prodotte su due diversi tipi di telaio. Uno standard per auto di altezza convenzionale e il telaio 57S “Surbaissé” che permetteva di avere vetture più basse sulla strada. Il telaio Type 57S adottava una serie di soluzioni innovative che gli permettevano di essere molto basso e rigido, una combinazione perfetta per un’auto ad alte prestazioni. I quattro freni a tamburo erano azionati meccanicamente per ferma volontà dello stesso Ettore Bugatti.
Il motore sia per la Type 57 standard che per la 57S ribassata era l’8 cilindri in linea Bugatti da 3.257 cc, utilizzato anche nelle vetture da corsa Type 59. Di fatto, sotto al cofano della Type 57 c’era un motore nato per le competizioni. A causa del telaio molto basso, sulla Type 57S non è stato possibile utilizzare un carter convenzionale montato sotto il basamento. Al suo posto è stato installato un carter secco da 20 litri.
Considerato che questa doveva essere una lussuosa auto stradale, gli ingranaggi che azionavano gli alberi a camme erano posizionati nella parte posteriore del motore con l’obiettivo di ridurre il rumore degli stessi. Un cambio manuale a 4 rapporti trasmetteva la potenza alle ruote posteriori.
Di serie l’8 cilindri in linea produceva 175 CV, ma veniva offerta anche una versione dotata di compressore Roots che aumentava la potenza fino a 200 CV, consentendo una velocità massima di 190 km/h. Delle 17 Bugatti Type 57S Atlante prodotte, solo 2 uscirono dalla fabbrica dotate di questo compressore e venivano indicate come Type 57SC. Tuttavia molte delle auto non sovralimentate vennero poi rispedite a Bugatti per montare il compressore.
Dall’Aérolithe all’Atlantic
Prima di realizzare la Atlante, Jean Bugatti creò dei prototipi. Il primo e più famoso fu il concept Aérolithe, prodotta su un telaio Type 57 modificato e presentata al Salone di Parigi nel 1935. Per questo concept si cercò il materiale più leggero possibile e si scelse una lega magnesio/alluminio chiamata Elektron. Tuttavia questo tipo di lega risultava piuttosto infiammabile e non poteva essere saldata. Così, invece di saldare, gli ingegneri crearono una sorta di cresta rialzata al centro del tetto che permetteva di rivettare i pannelli come si faceva nella costruzione degli aerei.
L’interesse suscitato dalla concept car potrò Bugatti a produrre 4 esemplari basati su quel progetto, costruiti però sul telaio ribassato Type 57S. I primi due esemplari prodotti nel 1936 si chiamavano Bugatti Coupé Aero. I pannelli della carrozzeria non erano più in Elektron ma interamente in alluminio, ma erano rivettati allo stesso modo dell’Aérolithe. Le altre due auto, prodotte nel 1936 e nel 1938, furono invece chiamate Atlantic.
Nasce l’Atlante
Jean Bugatti migliorò il design di questi modelli per arrivare al suo capolavoro: l’Atlante, dal nome di un’eroina della mitologia greca. La nuova vettura eliminava le cuciture rivettate e il parabrezza diviso per creare un’auto dalle linee basse e morbide, con un ampio parabrezza in un unico pezzo.
Ogni Atlante veniva costruita a mano, per questo ognuno dei 17 esemplari prodotti ha caratteristiche diverse. Le differenze sono però minime e occorre un occhio esperto per notarle: tra le più evidenti possiamo citare i fari esterni (come quelli montati sull’esemplare di questo servizio) o incorporati nella carrozzeria.
Telaio #57384
La vettura che vediamo in queste immagini, che sarà messa all’asta il 9 settembre da RM Sotheby’s a St. Moritz, è stata la prima Atlante a uscire dalla fabbrica Bugatti di Molsheim il 27 agosto 1936. L’auto era stata ordinata il 29 dicembre 1935 da Marcel-Louis Bertrand, che voleva una nuova Bugatti dopo aver distrutto la precedente in un incidente.
Durante la guerra, con l’invasione nazista della Francia, la Bugatti venne tenuta nascosta. Al termine del conflitto passò di mano alcune volte e nel 1951 arrivò negli Stati Uniti, dove fu pubblicata sulla rivista Road & Track.
La Bugatti Type 57S Atlante riattraversò poi l’Atlantico per tornare in Europa dove venne sottoposta a un restauro professionale per riportarla alle condizioni di fabbrica. Si scelse però di cambiarle colore, verniciandola di nero e rosso.
Il capolavoro di Jean Bugatti si prepara a ricevere offerte molto alte, con stime che vanno da circa 10 a oltre 12 milioni di euro.