Componenti Bosch trovati sui mezzi militari russi
Bosch ha deciso di cessare le proprie attività in Russia. A quanto pare ci sarebbero componenti della multinazionale tedesca utilizzati per scopi “non civili” durante l’invasione in Ucraina.
In una dichiarazione rilasciata alla fine della scorsa settimana, Bosch ha affermato di aver interrotto le consegne di componenti in tutta la Russia mentre indagava su come queste parti venissero impiegate.
Non solo per scopi civili
Auto News Europe riferisce che l’indagine è partita dopo che il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha affermato che fossero state trovate parti Bosch utilizzate nei veicoli militari russi. L’azienda tedesca attualmente impiega circa 3.500 persone in Russia in tre sedi differenti, e prevede di sospendere tutta la produzione negli stabilimenti locali. Bosch ha venduto beni per un valore di 1,32 miliardi di dollari in Russia nel 2021.
Questa decisione arriva anche poco dopo che il ministero dell’Economia tedesco ha avviato un’indagine per verificare se Bosch abbia violato il divieto di esportazione di merci che possono essere utilizzate per scopi civili e militari. Da quando la Russia ha annesso la Crimea nel 2014, le sanzioni dell’Unione Europea hanno limitato le esportazioni di beni a duplice uso.
Bosch è solo l’ultima di una lunga serie di aziende a rispondere all’invasione dell’Ucraina. Molte case automobilistiche hanno interrotto la produzione e la vendita di veicoli in Russia, mentre anche la casa automobilistica nazionale Lada è stata costretta a sospendere temporaneamente la produzione all’inizio di questo mese poiché circa il 20% delle parti di cui ha bisogno proviene dall’estero.