Davis Divan: l’auto del futuro che non ebbe futuro
Nella seconda metà degli anni ‘40, dopo aver contribuito allo sforzo bellico, l’industria automobilistica ricominciò a produrre auto per le persone. Questo periodo di rinascita offriva diverse opportunità sia per i costruttori che già esistevano sia per nuove realtà che volevano offrire qualcosa di diverso. La storia della Davis Divan rientra nel secondo caso: un progetto che sembrava baciato dalla fortuna ma che naufragò inesorabilmente.
In quegli anni, in Europa, un giovane ma ambizioso Enzo Ferrari fondava uno dei marchi di maggior successo della storia automobilistica. Al di là dell’Atlantico, Glen Gordon “Gary” Davis, un ex venditore di auto usate dell’Indiana, si trasferì in California con l’ambizione di dar vita a una nuova azienda automobilistica. Il primo passo fu, nel 1947, l’acquisto di un veicolo personalizzato da Joel Thorne, nota personalità della California meridionale ed erede dell’impero della banca Chase.
The Californian
Si chiamava “The Californian” ed era una roadster a 3 ruote realizzata da Frank Kurtis, futuro designer di auto da corsa per la 500 Miglia di Indianapolis, che si ispirò al caccia Lockheed P-38 Lightning. Davis aveva deciso di acquistarla vedendo le reazioni delle persone di fronte a quell’auto futuristica: pensava infatti che quello sarebbe stato il design del futuro. Il suo obiettivo era quindi capire il funzionamento della The Californian.
Leggenda narra che Davis abbia escogitato un piano per far schiantare l’auto durante il test drive in modo riuscire a ottenere un forte sconto da Thorne. Evidentemente il piano funzionò, e l’ex venditore dell’Indiana riuscì a comprare la 3 ruote per non più di 50 dollari.
“L’Auto del Futuro”
Poco dopo, Davis ingaggiò diversi ingegneri, tra cui Peter Westburg dalla Douglas Aircraft Company. Dopo aver smontato il veicolo e aver capito come era costruito, realizzarono un modello in scala 1:4 in argilla. Dopodiché Davis scattò qualche foto e pubblicò uno pubblicità sulla rivista Hollywood Citizen News. Annunciava che stava costruendo “l’Auto del Futuro”. Con un prezzo previsto inferiore ai 1.000 dollari (circa 13.000 euro attuali), un risparmio di carburante senza precedenti e un innovativo design a 3 ruote che avrebbe reso più facile il parcheggio in parallelo, l’auto suscitò subito un forte interesse.
Gary Davis riuscì a ottenere un investimento dalla famiglia Bendix e, nel giro di un paio di mesi, fondò la Davis Motor Company, affittò un hangar all’aeroporto Van Nuys e assunse degli operai che iniziarono a costruire la vettura.
Aereo senza ali
Venne chiamata Divan, termine arabo per divano. Aveva 3 ruote, due porte e un largo sedile a panca in grado di ospitare fino a 4 persone. Era lunga 466 cm e larga 183: era enorme per essere un modello a 3 ruote, benché in un’epoca di gigantesche berline fosse considerata una compatta. Era costruita intorno a un telaio d’acciaio ricoperto da aerodinamici pannelli di alluminio che la facevano sembrare un piccolo aeroplano senza ali. Vantava un tettuccio rigido removibile in fibra di vetro, fari a scomparsa, freni a disco su tutte e 3 le ruote e martinetti idraulici integrati che rendevano estremamente facile sostituire una gomma a terra.
La potenza arrivava da un 4 cilindri Continental da 2,6 litri che era capace di erogare 63 CV. Abbinato a una trasmissione manuale a 3 marce Borg-Warner e a un differenziale Spicer, il propulsore permetteva alla Divan di arrivare a una velocità massima compresa tra 160 e 187 km/h. Di contro, il consumo di carburante si fermava tra 4,7 e 6,7 litri ogni 100 km, in base allo stile di guida.
Frode e furto?
L’azienda realizzò due prototipi, che vennero usati per alimentare l’interesse del pubblico. E prima di vendere qualsiasi auto, Davis riuscì a raccogliere circa 1.2 milioni di dollari (pari a quasi 16 milioni di euro al giorno d’oggi) vendendo i diritti di concessionaria negli USA.
La produzione effettiva però progredì a rilento, con grande insoddisfazione del fondatore e del gruppo di investitori. Dopo due anni di battute d’arresto e scadenze mancate, i potenziali rivenditori citarono Davis in giudizio per violazione del contratto. A rendere le cose ancora più difficili, un paio di mesi più tardi i dipendenti dell’azienda fecero lo stesso e nell’estate del 1949 il procuratore distrettuale della contea di Los Angeles avviò un’indagine. Gary Davis venne infine condannato per 20 capi di imputazione per frode e 8 per furto. Fu quindi condannato a due anni di reclusione. “L’Auto del Futuro” non aveva alcun futuro.
Compresi i prototipi, tra il 1947 e il 1949 vennero prodotte 16 Davis Divan, tra cui 3 veicoli destinati all’uso militare. Vennero girati ai creditori e 12 di queste sono sopravvissute fino ai giorni nostri. Anche se non è mai stata venduta al pubblico, la Davis Divan resta comunque un interessante esempio di storia automobilistica post-bellica.