Il Dieselgate torna a far tremare la case auto in Francia
Il dieselgate torna a far parlare di sé, ma questa volta ci spostiamo in Francia. A farne le spese i principali costruttori d’Oltralpe e “naturalmente” Volkswagen. A quanto pare infatti, il governo francese ha accusato il Gruppo Stellantis, nella fattispecie il marchio Peugeot, di aver frodato i consumatori con motori diesel “irrispettosi” delle normative. Un’accusa che ha travolto pure Renault e Volkswagen.
Stellantis ha già fatto sapere di voler valutare tutte le opzioni di difesa possibili e che anche le sue controllate Citroen e Fiat Chrysler sono state citate davanti a un tribunale di Parigi. Le problematiche rilevate dai francesi derivano da un’indagine giudiziaria aperta all’inizio del 2017, giorni dopo che Volkswagen aveva successivamente risolto in sede civile e penale con gli Stati Uniti le problematiche sollevate dall’uso di dispositivi illegali per eludere i test sulle emissioni con veicoli diesel.
In Francia, i magistrati possono incriminare aziende o individui quando ci sono indizi “seri o coerenti” che mostrano un probabile coinvolgimento. Non solo, ma nel caso specifico di Stellantis, come spesso avviene nelle inchieste penali francesi, Automobiles Peugeot S.A. dovrà pagare una cauzione di 10 milioni di euro (dei quali 8 milioni per il potenziale pagamento danni e sanzioni e 2 milioni a garanzia la rappresentanza della società in tribunale), e dovrà fornire una garanzia bancaria di 30 milioni di euro dedicata al potenziale risarcimento di danni. Automobiles Peugeot S.A. sta valutando le proprie opzioni di difesa anche a questo proposito. Nell’ambito della stessa inchiesta, altre due aziende del gruppo, Automobiles Citroën S.A. e FCA Italy S.p.A, sono state citate a comparire davanti al Tribunale Giudiziario di Parigi, rispettivamente il 10 giugno e nel mese luglio.
Una situazione similare a quelle degli altri brand citati precedentemente. Ad esempio Volkswagen dovrà pagare una cauzione di 10 milioni di euro (12,2 milioni di dollari) e fornire una garanzia bancaria di 60 milioni di euro. Nei prossimi mesi si dovrebbe arrivare ad una conclusione.