Diess nel mirino dei sindacati: il CEO di Volkswagen è a rischio?
Il CEO di Volkswagen, Herbert Diess, annulla un viaggio negli Stati Uniti. L’obiettivo? Placare le tensioni con i leader sindacali di VW in Germania.
Diess è da tempo piuttosto chiaro nel condividere la propria volontà di accelerare la transizione verso veicoli completamente elettrici se la compagnia intende rimanere il più grande produttore di auto del mondo, ponendosi come legittimo rivale di Tesla. Recentemente, ha anche suggerito che VW potrebbe perdere fino a 30.000 posti di lavoro se la transizione ai veicoli elettrici dovesse essere troppo lenta. Questi commenti non sembrano esser stati di gradimento nel mondo sindacale.
All’inizio di questa settimana, diverse note sostenevano che un comitato Volkswagen appositamente convocato fosse istituito per discutere il futuro di Diess come CEO. Secondo quanto riferito da Auto News, in questo comitato c’era il presidente del consiglio di sorveglianza e CEO di Porsche SE Hans Dieter Poetsch, il premier dello stato tedesco della Bassa Sassonia Stephan Weil, il capo del consiglio di fabbrica Daniela Cavallo e il capo di IG Metall, il più grande sindacato tedesco, Joerg Hofman.
Quindi, parlando a una riunione del personale giovedì scorso, Diess ha espresso le sue preoccupazioni circa il futuro della fabbrica di Wolfsburg della società. “Sì, sono preoccupato per Wolfsburg“, ha detto. “Voglio che i vostri figli e nipoti possano ancora avere un lavoro sicuro qui da noi a Wolfsburg. Ecco perché sono qui“.
Cavallo ha poi invitato Diess a concentrarsi sulla risoluzione della carenza di semiconduttori piuttosto che dedicare tempo ai suoi post sui social media. Cavallo ha anche detto che VW ha prodotto meno di 500.000 veicoli a Wolfsburg nel 2020 e potrebbe scendere a 400.000 veicoli quest’anno, nonostante abbia firmato un patto di lavoro cinque anni fa promettendo di costruire almeno 820.000 auto a Wolfsburg l’anno.