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Divieto di sosta, ora si apre una chance: cosa dice il cavillo di legge

Divieto di sosta

Divieto di sosta, il cartello della discordia - depositphotos - targetmotori

Negli ultimi anni tra cartelli abusivi e un cavillo di legge, il divieto di sosta è un po’ da far west un po’ da ‘tana libera tutti’. Ciò che bisogna sapere.

Sulla carta non si dovrebbero essere dubbi. Sulla carta. Per legge, la sosta è sempre vietata quando un veicolo fermo è di ostacolo alla circolazione, quindi pericoloso: in prossimità dei passaggi a livello e sui binari di linee ferroviarie o tramviarie, nelle gallerie, sui dossi e in curva. E ancora.

Sulle strade urbane di scorrimento (o nelle vicinanze), sulle strisce e sulle ciclabili, davanti alle fermate e sui marciapiedi, negli spazi riservati alla ricarica dei veicoli elettrici e allo sbocco dei passi carrabili. Per farla breve, dovunque venga impedito di accedere a un altro veicolo regolarmente in sosta. Tutto chiaro? Niente affatto a quanto pare.

Il divieto di sosta negli ultimi anni è diventata la terra di nessuno, o di tutti. Colpa sicuramente di chi commette l’infrazione, ma anche di chi espone quel cartello. Alcuni neanche lo mettono, sostituendolo arbitrariamente con una transenna, una staccionata di legno, addirittura un cartello falso.

Si tende a fare un po’ come ci pare. Attenzione, tutti. Perfino quelli che in teoria dovrebbero crearli i divieti di sosta, ma che invece non rispettano delle norme, a cui basta aggiungere un cavillo di legge per trasformare quel divieto di sosta in un far west.

Cosa fare in caso di multa

L’art. 158 del Codice della Strada prevede delle sanzioni in caso di violazione da un minimo di 41 euro fino ad un massimo di 168 euro per ciclomotori e motoveicoli a due ruote, che diventa 87-344 euro per tutti gli altri mezzi. Senza che nessun punto-patente venga tolto per le infrazioni tradizionali.

La sanzione può essere pagata entro 5 giorni, con uno sconto pari al 30%. Può essere contestata, ovviamente, presentando un ricorso presso il Giudice di Pace territoriale competente, previo pagamento di 43 euro, se si va dal Prefetto (entro 60 giorni), la pratica è gratuita. Il terzo caso è l’autotutela, con il consiglio annesso di un buon avvocato: è la soluzione più rapida ma anche quella più complessa.

Multa
Multa per divieto di sosta, basta un ricorso (spesso) per rendere la sanzione invalida – depositphotos – targetmotori

Tanti ricorsi vinti

È in forte aumento i numeri di ricorsi vinti, in primis causa distrazione di chi non espone bene il divieto di sosta, ma anche di chi lo mette senza autorizzazione, oppure chi fa la multa una volta superata la fascia oraria di valenza, rendendola di fatto invalida. Tra i tanti ricorsi vinti spicca la scoperta di altrettanti passi carrabili abusivi: quelli per cui non è stata fatta una corretta richiesti, quelli di cui non è stata pagata la relativa tassa per l’occupazione del suolo pubblico.

Più in generale quelli non a norma: non ci può essere né multa né rimozione del mezzo con il carro attrezzi. Occhio al cartello, dunque: ci deve essere il simbolo dell’Ente, il numero e la data dell’autorizzazione. persino un passo carrabile in regola, ma segnalato in modo non conforme, è come se non esistesse. Ergo niente multa, oppure una facile vittoria nel ricorso.