L’estrazione del cobalto non è “sostenibile” come il prodotto batteria
In un recente articolo del portale Automotive News viene fatto il punto circa l’approvvigionamento delle materie prime per la realizzazione delle batterie. Ciò che viene messo in luce, tra le altre cose, è come la sostenibilità tanto acclamata spesso non “viaggi” di pari passo con i diritti umani.
Dai più poveri ai più ricchi
La Repubblica Democratica del Congo fornisce circa il 70% del cobalto mondiale, un materiale chiave per le odierne batterie per veicoli elettrici. Ma secondo Wilson Center, un think tank statunitense di politica pubblica, le miniere di cobalto in Congo fanno affidamento su circa 40.000 bambini, alcuni di appena 6 anni, circa il 16% delle 255.000 persone che lavorano nelle miniere. I lavoratori sono spesso pagati meno di 2 dollari al giorno.
Nel frattempo, la Cina è responsabile del 90% della fornitura globale di elementi delle terre rare ed è determinante nella lavorazione delle materie prime per le batterie dei veicoli elettrici in tutto il mondo. Ma il paese è stato preso di mira per le sue pratiche ambientali, come dimostra un lago artificiale e tossico nella Mongolia interna, fatto di fanghi neri e sostanze chimiche pericolose derivanti dall’estrazione di terre rare.
È probabile che nei prossimi anni gli abusi sui diritti umani e sull’ambiente nella catena di approvvigionamento vengano sottoposti a un esame più approfondito con l’aumento della domanda di batterie. Le case automobilistiche prevedono di lanciare dozzine di nuovi modelli elettrici entro la fine del decennio.
Cosa sta succedendo
Alcuni costruttori e fornitori hanno posto l’accento sull’affrontare i diritti dei lavoratori e le questioni ambientali nella catena di fornitura dei veicoli elettrici. BMW, ad esempio, nel 2018 ha iniziato a lavorare con una startup britannica per utilizzare la tecnologia blockchain per garantire che i suoi veicoli elettrici utilizzassero solo “cobalto pulito” e non materiali estratti con il lavoro minorile, secondo un rapporto di Reuters.
Durante lo scorso anno, Tesla, ha iniziato a utilizzare batterie al litio-ferro-fosfato senza cobalto in molti dei suoi veicoli, e Ford e Volkswagen hanno affermato che faranno lo stesso. Oltre alle ragioni etiche per allontanarsi dal cobalto, le aziende automobilistiche vedono incentivi finanziari (vedi USA). La maggior parte del cobalto mondiale viene lavorato in Cina, dove la tensione commerciale con gli Stati Uniti rimane elevata.
Ma c’è anche una considerazione della futura responsabilità legale. Le aziende potrebbero trovarsi oggetto di azioni legali come è avvenuto nel 2019, quando Tesla e altre società tecnologiche, tra cui Apple e Microsoft, sono state accusate da un’organizzazione no profit per i diritti umani di essere complici della morte di bambini in Congo.