Gli Stati Uniti minacciano il blocco dei semiconduttori alla Russia
Gli Stati Uniti potrebbeRO sanzionare la Russia e il presidente Vladimir Putin impedendogli di accedere a ogni chip creato con tecnologia americana.
Dopo la dichiarazione di guerra di Putin all’Ucraina e i primi bombardamenti, il Capo dello Stato Joe Biden sembra intenzionato subito a reagire. Gli USA comprendono le aziende principali del settore dei semiconduttori, tra le quali Qualcomm, Intel e Nvidia. Un blocco del genere potrebbe mettere a serio repentaglio l’industria tecnologica russa.
Stati Uniti, i possibili blocchi contro la Russia
Al giorno d’oggi, buona parte della tecnologia moderna dipende dalla fornitura dei semiconduttori, compreso il settore delle automobili. L’associazione dell’industria dei semiconduttori degli Stati Uniti starebbe valutando l’effetto dell’invasione dell’Ucraina sulle catene di approvvigionamento a livello globale. Un embargo del genere potrebbe innescare contromisure da parte della Russia, che a sua volta è leader nella produzione di pezzi di ricambio essenziali per produrre chip.
Secondo quanto riportato da Fortune.com, nella giornata di mercoledì il vice-segretario al Tesoro della Casa Bianca Wally Adeyemo ha riferito alla CNBC che gli USA avrebbero tagliato fuori la Russia dalla tecnologia occidentale necessaria per far avanzare il proprio esercito. Le esportazioni dei semiconduttori potrebbero essere coinvolte in primis in un processo simile. Non si sa ancora se la misura riguarderà tutti i chip o solo quelli legati a operazioni militari, oltre alle industrie considerate vitali da Putin come l’informatica quantistica e l’intelligenza artificiale.
Una situazione globale sempre più complicata
Nel 2020, gli Stati Uniti allora guidati da Donald Trump avevano vietato al colosso Huawei di utilizzare la tecnologa statunitense. Da quel momento in poi, l’azienda cinese non ha più potuto utilizzare alcun chip statunitense e ha ridotto il proprio business, concentrandosi maggiormente sulla tecnologia delle auto intelligenti. Ad ogni modo, è più facile agire contro una singola impresa che un intero Paese.
Oggi i maggiori produttori di chip al mondo si trovano, in realtà, in Asia. Ad esempio, il più grande produttore di semiconduttori a contratto, la TSMC di Taiwan, si occupa della produzione dei chip Intel. Al contempo, in seguito all’embargo menzionato in precedenza, ha rotto ogni rapporto con Huawei e guadagna grazie ad aziende statunitense come la Apple.
Gli Stati Uniti non hanno mai intrapreso una misura simile contro un intero Paese. Non si conosce alcuna conseguenza in merito a una situazione del tutto nuova e pericolosa. Se fosse imposto un divieto del genere, la Russia potrebbe essere isolata e avere ben pochi alleati ai quali rivolgersi. Al contempo, anche Giappone, Singapore e Taiwan avrebbero espresso il loro dissenso contro la Russia per l’attacco contro l’Ucraina.
Potrebbero esserci notevoli ritorsioni da parte di Putin contro i blocchi da parte della Casa Bianca. Va ricordato che la Russia è il produttore principale di palladio metallico a livello globale, essenziale per il corretto funzionamento dei chip. Al contempo, l’Ucraina è un notevole esportatore di gas al neon purificato. In entrambi i casi, i prezzi sono aumentati in misura esponenziale negli ultimi mesi. La situazione è in continua evoluzione.