Guerra Ucraina, Renault, Volkswagen e Stellantis le più esposte
La guerra in Ucraina è purtroppo ufficialmente iniziata. Un conflitto che, al di là delle ovvie e gravi conseguenze umanitarie, avrà pure delle forti ripercussioni sul piano industriale e commerciale. Un contraccolpo che si abbatterà (probabilmente) pure sul settore automotive.
Dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea sono già state “promesse” delle sanzioni per la Russia. Sanzioni che in qualche potrebbero andare a colpire indirettamente l’industria, anche automotive. Ad oggi le i Gruppi automobilistici più esposti sono Renault, Volkswagen e Stellantis.
Come sottolinea il portale Automotive News Europe, tali sanzioni si applicherebbero probabilmente alle aree separatiste, ma il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha promesso “misure economiche rapide e severe” se “la Russia dovesse invadere ulteriormente l’Ucraina”.
Una situazione potenzialmente analoga si era presentata in Iran solo pochi anni fa. Dopo le sanzioni imposte dagli USA, il Gruppo PSA, Renault e altri costruttori avevano sostanzialmente dovuto abbandonare ogni attività di produzione nel Paese arabo.
Cosa succedeva e cosa succede
Come riportato da Automotive News Europe, l’amministratore delegato della Renault Luca de Meo ha dichiarato venerdì che la casa automobilistica stava monitorando la situazione “con attenzione”.
“Abbiamo un grande interesse per il mercato russo”, aveva dichiarato agli investitori durante la presentazione dei risultati finanziari del 2021. Il Gruppo francese, che tra le altre cose detiene il marchio russo Lada, ha dichiarato che le vendite di tale brand sono del “90 percento” in Russia.
Ma ha altresì affermato che l’approvvigionamento dei componenti è fortemente localizzato sul territorio. Una situazione che potrebbe evitare la catastrofe in caso di sanzioni.
Una crisi soprattutto industriale
Prima che questa notte scoppiasse la guerra, le azioni Renault erano scese del 4,2% negli scambi europei dei giorni scorsi. Di fatto però sono pure altri Gruppi a guardare con attenzione le prossime mosse. Ci sono infatti diversi stabilimenti di assemblaggio nel Paese.
Kaluga, a circa 180 km a sud-ovest di Mosca, è diventata un centro dell’industria automobilistica russa. Tra i fornitori di spicco della zona figurano Continental, Magna International e Visteon.
Lo stabilimento del Gruppo Volkswagen costruisce la Tiguan e la Polo, oltre alla Skoda Rapid. Anche Audi rientra nell’attività di quello stabilimento.
Il Gruppo tedesco ha investito più di 1 miliardo di euro nell’impianto di Kaluga. E Stellantis gestisce un altro sito produttivo sempre a Kaluga. Proprio il mese scorso il Gruppo franco-italiano aveva annunciato che avrebbe iniziato a esportare in Europa i furgoni costruiti nello stabilimento.
Anche marchi come Mercedes, BMW e Ford hanno forti interessi in Russia, con fabbriche di proprietà oppure sotto contratto per la produzione dei propri modelli. Cosa succederà, sebbene la speranza sia quella che il conflitto si risolva nel minor tempo possibile, la capiremo soltanto nei prossimi giorni.