Guida autonoma e guida assistita le differenze e i dubbi etici
Il mercato automobilistico mondiale in questi ultimi anni è in grande fermento. Tra le grandi innovazioni troviamo la guida autonoma. Viaggiare in auto leggendo un libro, guardando il cellulare o ascoltando musica è una realtà quasi possibile grazie a sensori, al GPS e all’intelligenza artificiale.
Questi strumenti, da non confondere con la frenata automatica o col rilevatore di stanchezza, consentirebbero al guidatore di affrontare lunghi viaggi senza mai dover impugnare il volante. Proprio per tale motivo è sorto un dilemma etico che sta frenando sempre più questo settore in enorme crescita. Molti si chiedono infatti: se nessuno è alla guida, chi risponde in caso di incidente? Inoltre, l’intelligenza artificiale deve intervenire per salvaguardare il passeggero o il pedone? Domande che, almeno per ora, non trovano una risposta e costringono a rinviare la diffusione di questi nuovi sistemi.
In attesa di trovare una risposta, possiamo cercare di comprendere le differenze principali tra guida assistita e guida autonoma, spesso erroneamente confuse.
La guida assistita comprende una serie di tecnologie che facilitano le condizioni di guida ma per cui non possiamo mai togliere le mani dal volante. Attraverso il Cruise Control, per esempio, noi possiamo togliere il piede dall’acceleratore dopo aver settato la velocità. Esso ci consente anche di mantenere le distanze dagli altri veicoli nella carreggiata e di rimanere nella propria corsia. Spesso risulta molto vantaggioso poiché facilita di molto le manovre per effettuare un parcheggio.
La guida autonoma, invece, oltre a garantire questi enormi e comodi vantaggi, ci consente di togliere le mani dal volante. L’auto guida autonomamente per lunghi periodi e distanze, non più solo in alcune occasioni. Chissà, in futuro potrebbe non dover essere più necessario nemmeno saper guidare. Con modelli come la Tesla Model 3 e produttori all’avanguardia in tale tecnologia la guida autonoma è praticamente dietro l’angolo.