Il motore rotativo torna in auge ma non è come te lo aspetti
Forse non tutti sanno che la MX-30 è stata la prima auto completamente elettrica di Mazda. Ma presto diventerà pure la vettura con cui la casa giapponese riporterà in auge il propulsore rotativo Wankel. Sarà sotto forma di range extender inserito all’interno di un apparato plug-in.
Il motore rotativo ha debutto sui modelli del costruttore nipponico con la Cosmo Sport nel 1967. Mentre l’ultima auto dotata di questa tecnologia è stata la RX-8 nel 2012. Il motore è stato concepito dall’ingegnere tedesco Felix Wankel all’inizio degli anni ’50. L’architettura di tale propulsore consente di avere potenze relativamente elevate in dimensioni compatte. Ma i consumi elevati che lo caratterizzano gli hanno impedito di diventare mainstream.
Con il suo ritorno nella MX-30, l’efficienza sarà un fattore cruciale e Mazda afferma che il rotativo è “rinato per l’era elettrica”. Il motore rotativo del range extender dell’MX-30 genererà potenza per l’unità elettrica dell’auto, invece di azionare direttamente le ruote. Il nuovo assetto dovrebbe riuscire a riempire una parte maggiore del vano “motore” piuttosto spazioso dell’attuale MX-30.
Mazda afferma che l’ibrido plug-in MX-30 sarà in vendita in Europa dalla primavera di quest’anno. L’annuncio è stato accompagnato da un nuovo badge, con il tradizionale rotativo triangolare (o un “triangolo Reuleaux”) con una “e” incorporata all’interno, che allude all’energia elettrica. Il veicolo dovrebbe avere un’autonomia significativamente migliore rispetto ai 200 km dell’MX-30 completamente elettrica.