Il prezzo delle auto elettriche potrebbe presto diminuire
Uno dei maggiori ostacoli alla diffusione capillare delle auto elettriche, oltre al l’autonomia e alle problematiche legate alla ricarica, è il prezzo. Al netto di possibili incentivi, le auto elettriche costano ancora parecchio di più rispetto a modelli simili con motorizzazioni tradizionali. Per questo i clienti preferiscono spesso auto benzina o diesel. Ma le cose potrebbero cambiare.
Gli analisti ritengono che per raggiungere la parità di prezzo tra auto a combustione ed elettriche il costo delle batterie di queste ultime dovrebbe arrivare a 100 dollari per kilowattora. Nel mese di luglio, il prezzo medio ponderato per 1 kWh è sceso sotto quella soglia, per la prima volta in due anni. Per questo, nonostante un’inflazione globale, i prezzi per le batterie continuano a scendere e presto il prezzo di un’auto elettrica potrebbe essere uguale (o addirittura inferiore) a quello di un’auto a benzina.
Il fattore più importante in questa riduzione dei prezzi è dovuta al calo del costo delle materie prime. I prezzi del litio si sono dimezzati rispetto all’inizio del 2023, quelli del cobalto hanno raggiunto il livello più basso della storia e nel corso di quest’anno i metalli delle batterie (per esempio il nichel) sono scesi del 25%. Ulteriori riduzioni possono essere il risultato di sussidi governativi, maggiore concorrenza sul mercato e miglioramenti nella chimica delle batterie.
Le celle della batteria NCM811 prodotte in Cina sono scese a soli 82,60 dollari per kWh, che con l’assemblaggio del pacco batteria fa arrivare al costo di circa 100 dollari per kWh. Per fare un paragone, nel 2011, quando venne lanciata la Nissan Leaf, il prezzo medio per un kWh di energia era vicino ai 1.000 dollari. In 12 anni il prezzo si è praticamente decimato, il che è sorprendente considerando anche l’inflazione alle stelle.
Recentemente, tra Nevada e Oregon, negli USA, è stata scoperta una grande fonte di litio e ciò potrebbe contribuire a far scendere ulteriormente i prezzi. “Potrebbe cambiare le dinamiche del litio a livello globale, in termini di prezzo, sicurezza dell’approvvigionamento e geopolitica”, ha detto la geologa belga Anouk Borst in un’intervista a Chemistry World. “Gli Stati Uniti avrebbero una propria fornitura di litio e le industrie sarebbero meno spaventate dalla carenza di approvvigionamento”.