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Il tuo motore a benzina funziona anche con questi carburanti

L’era del petrolio sta inevitabilmente per finire. I motori a combustione, con poche eccezioni, sono destinati a scomparire in molte parti del mondo. Da una parte c’è la questione ambientale, con il cambiamento climatico che mette a rischio la nostra stessa esistenza se non poniamo rimedio all’aumento delle temperature. Dall’altra c’è il fatto che il petrolio è comunque una risorsa finita, che non potrebbe durare in eterno. Ma i motori a benzina possono funzionare anche con altri tipi di carburanti.

CNG – Gas naturale compresso

Il gas naturale compresso è essenzialmente il metano immagazzinato ad altissima pressione. È noto non solo per essere più pulito, ma anche più sicuro da maneggiare e trasportare. Ma la sua lista dei vantaggi continua: migliora la durata degli oli lubrificanti all’interno di un motore, è più facile da miscelare con l’aria, produce notevolmente meno anidride carbonica, monossido di carbonio, ossidi di azoto, ossidi di zolfo e particolato.

In termini di svantaggi, lo stoccaggio del metano occupa più spazio di un normale serbatoio per la benzina. Inoltre deve essere conservato sotto pressione, il che significa che può esplodere: è un’eventualità molto remota se il lavoro è fatto a regola d’arte, ma è più probabile che in un’auto con il serbatoio del carburante non pressurizzato.

E-fuel

Al momento i carburanti sintetici sono gli unici che possono allungare vita dei motori a combustione in Europa dopo la deadline del 2035. Si tratta di combustibili prodotti dall’anidride carbonica prelevata dall’ambiente che può essere trasformata in un liquido attraverso un processo che richiede solo elettricità. Se tale elettricità arriva da fonti rinnovabili, l’e-fuel ha impatto zero sull’ambiente.

Al momento la tecnica di produzione è ancora molto complessa e costosa. Per questo i carburanti sintetici non possono al momento essere considerati un’alternativa su larga scala ai carburanti tradizionali.

Etanolo

L’etanolo è più o meno lo stesso alcol che si trova nelle bevande alcoliche. Viene già mescolato alla benzina in alcune parti del mondo, ma in alcuni (per esempio in Brasile) si può trovare puro direttamente alla pompa. Tuttavia la sua forma pura non è molto utilizzata per alimentare le autovetture, ma di solito alimenta attrezzature agricole, camion, nonché alcune moto e ciclomotori. L’alcol può anche essere prodotto da fonti rinnovabili, per esempio dalla fermentazione degli zuccheri che si trovano nelle culture utilizzando lieviti, seguita dalla distillazione e disidratazione.

Il miglioramento sulle emissioni rispetto alla benzina convenzionale varia in base alla coltura che cui viene prodotto l’etanolo. Il materiale più pulito al momento di bruciare è derivato dalla canna da zucchero (circa il 90% in meno di gas serra emessi), mentre dall’altra parte è quello derivato dalla fermentazione del mais, che consente di ridurre le emissioni dal 10 al 20%.

Biometano

Il metano può non essere estratto unicamente dalle riserve naturali, che spesso vengono trovate insieme al petrolio. Si può infatti ottenere dalla fermentazione di biomasse: scarti alimentari, fanghi di depurazione, immondizia, ma anche fondi di caffè o the. Per questo viene considerato una risorsa rinnovabile. Questo metano potrebbe essere utilizzato nei motori a combustione a ciclo Otto esattamente come il metano proveniente dalla terra.

Tuttavia le quantità di metano prodotte con questi processi non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelle che si trovano sottosuolo. Nonostante ciò, in paesi come il Giappone, il biometano viene già utilizzato in larga scala, anche se principalmente per il riscaldamento delle case.

Idrogeno

Sembra strano, ma le auto a benzina possono funzionare anche a idrogeno puro. Questo elemento è noto per essere estremamente infiammabile e quindi, nei motori a combustione interna, consente il funzionamento di una miscela di carburante/aria notevolmente più povera (migliorando a sua volta l’efficienza del motore).

Tuttavia l’idrogeno ha preso la strada dell’utilizzo come alimentazione delle celle a combustibile, perché non ha mai convinto a pieno su motori a combustione. Infatti l’idrogeno può causare un’accensione prematura, con un conseguente ritorno di fiamma. Un altro svantaggio è dato dalla sua bassa densità: per questo sarebbe necessario trasportare molto idrogeno e conservarlo ad alta pressione.