In UK, 5.000 auto del gruppo JLR sono ferme per mancanza di pezzi di ricambio
Migliaia di auto del gruppo JLR (Jaguar Land Rover) del Regno Unito sono attualmente ferme a causa di problemi nella logistica dei ricambi. A confermarlo è lo stesso Adrian Mardell, CEO di JLR, che ha evidenziato come l’azienda sia davvero scontenta dei ritardi del suo nuovo hub logistico. Il gruppo infatti ha recentemente riunito 18 magazzini della rete di fornitura di ricambi in un “super centro” nel Leicestershire, chiamato Mercia Park. Evidentemente, nel passaggio al nuovo sistema, non tutto è andato liscio, visto che a ottobre si è arrivati a circa 10.000 veicoli JLR fermi in tutto il Regno Unito a causa dell’assenza dei pezzi di ricambio.
Mardell ha confermato che la priorità dei prossimi mesi per l’azienda sarà risolvere questi rallentamenti. “Si trattava di una transizione pianificata, ma sta richiedendo più tempo di quanto inizialmente previsto”, ha dichiarato il ceo di JLR. “E, per essere chiari, è qualcosa che nessuno desiderava”.
Adrian Mardell ha anche aggiunto che da ottobre, primo mese di attività del Mercia Park, il numero dei pezzi in attesa di essere spedito è diminuito, portando le auto ferme a casa della mancanza dei pezzi di ricambio da 10.000 a meno di 5.000 attuali: “Stiamo facendo progressi piuttosto significativi ma non abbiamo ancora superato tutto questo”. Ma quanto la situazione tornerà alla normalità: “Realisticamente è più probabile che sia il prossimo trimestre piuttosto che questo”, ha detto Mardell.
Pezzi di seconda mano?
I commenti dell’amministratore delegato di JLR arrivano dopo che la proprietaria di una Range Rover Evoque ha accusato l’azienda di aver riparato il suo veicolo utilizzando parti di seconda mano, con l’obiettivo di smaltire le lavorazioni in arretrato. Laura Brannock aveva portato in assistenza la sua auto guasta per la prima volta in aprile. A giugno è stata ispezionata dal rivenditore che le avrebbe detto che le nuove parti di ricambio non sarebbero state disponibili fino a dicembre.
Ad agosto, la cliente ha contattato Reject My Car, un servizio di tutela dei consumatori, per avere assistenza e dopo l’intervento dell’associazione i pezzi sono diventati disponibili e pronti per essere montati sulla vettura. La signora Brannock ha poi portato l’auto agli uffici di RMC, per far valutare ai suoi esperti la riparazione. L’esperto ha riferito che motore e turbocompressore erano ricondizionati, che aveva pochissimo olio e mostrava ben 23 codici di errore.
Un dipendente di una concessionaria ha confidato alla rivista inglese Autocar che il produttore ha incaricato i concessionari di utilizzare componenti usate: “JLR ha detto ai rivenditori di procurarsi parti non originali per far riparare le auto e portarle fuori dalle loro officine negli ultimi 6 mesi”, ha detto. “Un senior manager di JLR ha addirittura suggerito di utilizzare pezzi di seconda mano se necessario, anche se la proposta è stata ridicolizzata dai rivenditori”.
Un portavoce di JLR ha risposto che, per quanto riguarda l’utilizzo di parti di seconda mano, “la massima priorità di JLR è risolvere i ritardi temporanei che alcuni dei nostri rivenditori stanno riscontrando per quanto riguarda le parti e ridurre al minimo l’impatto sui nostri clienti. L’utilizzo di parti di reperibilità locale da parte dei nostri rivenditori per la sostituzione e la riparazione è una pratica consolidata in circostanze eccezionali, a condizione che tali parti siano adatte allo scopo e soddisfino le specifiche JLR. Ciò è chiaramente indicato come parte di qualsiasi accordo di garanzia”.