La crisi dei chip non si arresta e i costruttori tagliano la produzione
La crisi che ha colpito il comparto automotive, a causa della carenza cronica di chip, generata dalla pandemia e da altre problematiche di natura logistica (vedi la nave cargo bloccata nel canale di Suez qualche mese fa) sta mutando considerevolmente le attuali dinamiche industriali.
Il Gruppo Stellantis ha dichiarato che la prossima settimana interromperà la produzione nel suo stabilimento di Rennes, nella Francia occidentale, a causa proprio della carenza globale di chip. Sebbene parzialmente, farà lo stesso presso il sito di Sochaux, nella Francia orientale.
Toyota, che fino ad ora ha in gran parte aggirato i problemi della catena di approvvigionamento che hanno ostacolato i suoi competitor, ridurrà la produzione globale di circa il 40% a partire dal prossimo mese di settembre. Una decisione che andrà a colpire la produzione di tutti i principali mercati: Giappone, Stati Uniti, Europa, Cina e Asia.
La più grande casa automobilistica giapponese prevede di perdere 360.000 veicoli a livello globale nel solo mese di settembre. Le operazioni in Nord America perderanno circa 80.000 unità, l’Europa circa 40.000 veicoli, la Cina circa 80.000 unità. I tagli interesseranno 14 stabilimenti di assemblaggio Toyota in Giappone.
Tra le vittime della crisi dei semiconduttori c’è pure Ford, che ha nuovamente tagliato la produzione nel suo stabilimento di Colonia in Germania. Anche Volkswagen potrebbe dover ridurre ulteriormente la produzione per le stesse cause di cui sopra.