La Ferrari Testarossa Spider del Sultano del Brunei all’asta
La Ferrari Testarossa è una delle Ferrari più iconiche mai prodotte, una fama che le deriva in parte dalla sua apparizione nella serie televisiva “Miami Vice”. Divenne l’auto più venduta della casa italiana, combinando al meglio il design pratico e aerodinamico con un’estetica non certo sottovalutabile.
La Testarossa fu prodotta solo come coupé, con una sola spider cabriolet realizzata dalla fabbrica Ferrari di Maranello per Gianni Agnelli. La vettura era verniciata in “Argento Nürburgring“, con interni in pelle nera e una striscia blu che corre sopra i brancardi neri opachi e la linea di base dei finestrini e del parabrezza. E ovviamente non è quella che vi raccontiamo in queste immagini, appartenuta invece al Sultano del Brunei, messa all’asta da RM Sotheby’s.
Dalla Dino alla Testarossa
La genesi di ciò che avrebbe portato alla Testarossa iniziò con la Ferrari che sperimentò l’idea di una vettura stradale di serie con motore posteriore centrale con la creazione della Dino, che era alimentata da un V6 da 2,0 litri montato come motore centrale trasversale. La Dino apparve nel 1967 e, originariamente, non portava il nome Ferrari. La sua comparsa avvenne solo due anni dopo che la Lamborghini aveva introdotto l’idea di una vettura GT a motore centrale posteriore trasversale con il telaio rotabile (la futura Miura).
Fu proprio il successo della Lamborghini Miura e della Dino ad aver convinto la Ferrari a creare una GT a motore centrale che portasse il nome Ferrari. Una nuova vettura che doveva essere creata sfruttando le lezioni della Dino e della Miura ma… applicandole per produrre un’auto ancora superiore.
L’auto non doveva avere un motore posteriore-centrale montato trasversalmente, bensì un motore installato longitudinalmente. Inoltre, per abbassare il baricentro e ottimizzare la resistenza al rollio, la vettura doveva avere un motore flat 12 anziché un V12. Il risultato fu un motore lubrificato a carter secco con cilindrata di 4.943 cc e dotato di accensione elettronica e iniezione Bosch K-Jetronic. Con un rapporto di compressione di 9,2:1, il motore produceva 385 CV a 6.300 giri/min. Con un peso a vuoto di 1.630 kg e un coefficiente di resistenza aerodinamica di 0,36, la Testarossa era in grado di raggiungere i 100 km/h in 5,5 secondi.
La vettura era dotata di un cambio manuale a 5 marce gestito dalla tradizionale leva Ferrari. Le sospensioni anteriori erano costituite da bracci ad “A” superiori e inferiori con molle elicoidali, ammortizzatori telescopici e barra stabilizzatrice. Le sospensioni posteriori erano costituite da bracci ad “A” superiori e inferiori di lunghezza disuguale con doppie molle elicoidali, ammortizzatori telescopici e barra stabilizzatrice. Lo sterzo era a pignone e cremagliera, i freni erano a disco servoassistiti con dischi ventilati da 309 mm all’anteriore e 310 mm al posteriore. I pneumatici erano 240/40 V R415 su cerchi larghi 8” all’anteriore e 280/45 V R415 su cerchi larghi 10” al posteriore.
Un esemplare unico
Insomma, il risultato fu un’auto molto desiderata e furono in molti a chiedere alla Ferrari di realizzare una versione Spider cabriolet. Quei clienti non furono però accontentati, poiché gli ingegneri della Ferrari dissero successivamente che il telaio space frame necessitava del rinforzo del tetto per garantire l’integrità strutturale e la rigidità della vettura. insomma, la vettura era destinata a diventare più pesante e più lenta.
Tra coloro che non erano certo disposti ad abituarsi alla delusione di non poter ottenere l’auto che desideravano ci fu il Sultano del Brunei, che si rivolse al carrozziere indipendente Pininfarina per le modifiche del caso. Ebbene, tale vettura è oggi disponibile in asta e fa parte di una collazione che si dice sia formata da ben 7 Testarossa Spider tutte di proprietà del Sultano. Questa che vedete nelle foto ha appena 413 chilometri sul contachilometri…