La Russia pensa a nazionalizzare le fabbriche straniere che chiudono
L’industria automobilistica europea ha preso delle misure drastiche nei confronti della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. C’è chi ha interrotto le esportazioni, chi invece ha fermato le proprie fabbriche su territorio russo (principalmente a causa delle sanzioni europee). Alla luce di questo anche il governo di Putin sarebbe pronto a prendere delle contro misure.
Si passa alla nazionalizzazione?
Come riportato da Reuters, un membro di spicco del partito al governo avrebbe proposto di nazionalizzare le fabbriche di proprietà straniera che hanno chiuso le loro operazioni. Le case automobilistiche tra cui Volkswagen, Toyota, Ford e Hyundai hanno annunciato la chiusura temporanea delle fabbriche in Russia dopo l’invasione dell’Ucraina e l’interruzione delle loro catene di approvvigionamento.
In una dichiarazione pubblicata sul sito web Russia Unita, il segretario del consiglio generale del partito al governo Andrei Turchak ha affermato che la chiusura delle operazioni è stata una “guerra” contro i cittadini russi. La dichiarazione menzionava le società alimentari finlandesi Fazer, Valio e Paulig come le ultime ad annunciare la chiusura in Russia.
“La Russia Unita propone di nazionalizzare gli impianti di produzione delle società che annunciano la loro uscita e la chiusura della produzione in Russia durante l’operazione speciale in Ucraina”, ha affermato Turchak.
“Questa è una misura estrema, ma non tollereremo di essere pugnalati alle spalle e proteggeremo la nostra gente. Questa è una vera guerra, non contro la Russia nel suo insieme, ma contro i nostri cittadini”, ha affermato. “Adotteremo dure misure di ritorsione, agendo in conformità con le leggi di guerra”, ha affermato Turchak.