La tragica fine di una Fiat Dino Coupé
“Che auto è questa? Trovata nella fattoria dei miei parenti in Italia”. Sono bastate poche foto pubblicate su Reddit per scoprire quella che è stata l’ingiusto destino di una Fiat Dino, diventata nel corso degli anni qualcosa di quasi indistinguibile da un mucchio di ferro arrugginito, ormai inglobata alla vegetazione. La vettura si trova nelle campagne di Rudiano, in provincia di Brescia.
Per la precisione dovrebbe trattarsi di una Dino 2000 Coupé, model year 1968, che oggi – se in buone condizioni – viene venduta attorno ai 50.000 euro. Un valore che evidentemente non può avere questo esemplare. Questo modello disponeva di un motore V6 da 2 litri in grado di erogare 167 CV, abbinato al cambio manuale a 5 marce.
Non sappiamo al momento il destino di questa vettura, se si proverà a salvarla o se resterà nella fattoria in cui si è ridotta in questo stato. Di certo è un vero peccato che un esemplare di un modello così importante nella storia sia diventato poco più di un ammasso di ruggine.
La Fiat col Cavallino
Il modello prende il nome dal figlio di Enzo Ferrari, Alfredo “Dino” Ferrari. A metà degli anni ‘60, Ferrari aveva infatti urgente bisogno di omologare un motore per le sue monoposto di Formula 2. L’azienda di Maranello stipulò quindi un accordo industriale con Fiat per la fornitura di motori V6 Dino, appunto dal nome del figlio del Drake, che aveva contribuito alla progettazione prima della sua prematura scomparsa nel 1956, a soli 24 anni.
Le due aziende decisero così di produrre una spider e una coupé che fossero progettate e assemblate da due grandi carrozzieri torinesi e che montassero il raffinato motore V6 da 2 litri. Nel 1966 venne affidata a Pininfarina la realizzazione della Spider, mentre l’anno successivo fu la volta della Coupé destinata a Bertone. Quest’ultima aveva un passo più lungo della Spider e divenne una vettura a 4 posti. Era quindi più lunga, più pesante e ovviamente meno veloce, ma piacque subito al mercato più della Spider.
Nella configurazione convenzionale, il motore anteriore montato longitudinalmente era abbinato a un cambio a 5 rapporti. La trazione posteriore era dotata di un differenziale autobloccante sportivo. Le sospensioni anteriori erano indipendenti su molle elicoidali, mentre al posteriore si trovava un assale rigido su molle a balestra. A tenere a bada la potenza c’erano 4 freni a disco, sia sulla Fiat Dino Spider che sulla Coupé.
Il successo della Coupé convinse la Casa torinese a lanciare, nel 1969, la seconda serie con il nuovo motore da 2,4 litri. Da una cilindrata di 2.418 cc tirava fuori 183 CV, raggiungendo una velocità massima di 205 km/h. La seconda serie della Fiat Dino beneficiava anche di un nuovo assale posteriore con sospensioni indipendenti che migliorava notevolmente il comportamento in curva.
Dal 1967 al 1972 vennero prodotti 7.577 esemplari di Fiat Dino Coupé.