L’ammoniaca può diventare il carburante del futuro?
Il settore dell’autotrasporto è uno dei più restii a lasciare le motorizzazioni tradizionali. Abbandonare i motori a combustione infatti comporta affrontare sfide impegnative per chi consegna carichi pesanti sulle lunghe distanze. Le alternative, sia l’elettrico che l’idrogeno, hanno diversi difetti. Per questo una piccola azienda di Brooklyn, l’Amogy, sta provando un’altra strada: l’ammoniaca.
Lo scorso anno Amogy ha utilizzato con successo l’ammoniaca per alimentare un trattore John Deere, ma i suoi esperimenti con questo carburante alternativo è iniziata ancora prima, con un drone. Sia il drone che il trattore erano solo dei trampolini di lancio verso l’utilizzo dell’ammoniaca nei trasporti pesanti e per questo ora ha iniziato a testare il sistema su un vero camion.
Il veicolo utilizzato per il test è stato un Freightliner Cascadia del 2018, adattato da Amogy con il suo sistema di alimentazione ad ammoniaca. Il camion modificato ha così iniziato a girare per il campus della Stony Brook University, mettendo alla prova i suoi 900 kWh di energia elettrica immagazzinata. Il semirimorchio adattato sarà anche sottoposto a seri test su vasta scala su una pista di prova alla fine di questo mese, per confermare l’efficienza del sistema in condizioni reali.
La cosa importante da notare, è che si tratta del primo camion alimentato ad ammoniaca al mondo. Un risultato piuttosto impressionante per una start up nata solo 3 anni fa e fondata da tre dottorandi del MIT che credono così tanto nel potenziale dell’ammoniaca che perfino il nome dell’azienda deriva direttamente da quello.
I vantaggi dell’ammoniaca
L’ammoniaca offre una maggiore densità energetica rispetto all’idrogeno, pur essendo molto più pratica da usare. Questo perché, a differenza dell’idrogeno, non richiede temperature speciali di stoccaggio o infrastrutture dedicate. È anche ampiamente disponibile al momento, con 200 milioni di tonnellate prodotte ogni anno.
Il sistema Amogy combina un serbatoio di stoccaggio liquido con i cosiddettti “moduli di cracking dell’ammoniaca” che sono integrati in un sistema di celle a combustibile. L’ammoniaca viene scomposta in idrogeno e quindi inviata direttamente alla cella a combustibile, per alimentare il veicolo. Anche il rifornimento di carburante non è un problema, visto che si fa il pieno all’incirca nello stesso tempo che si impiega nelle stazioni di servizio convenzionali.