Le cinque supercar che (forse) avete dimenticato
Nel corso degli anni sono molte le supercar che sono rimaste nel cuore degli appassionati e hanno segnato indelebilmente la storia dell’auto. Basta nominare vetture come Ferrari F40, Lamborghini Diablo, Ford GT o Bugatti Veyron per far venire in mente le loro forme e, per i più appassionati, i numeri che descrivono le loro prestazioni. Ma non tutte le supercar hanno avuto la stessa fortuna. Vogliamo ricordare qui cinque supercar dimenticate, presentate – talvolta in pompa magna – e poi abbandonate al loro destino.
Non vogliamo in questa sede parlare di marchi nati in modo estemporaneo che hanno provato a lanciare una vettura di altissima gamma, spesso più per uno sfizio di un ricco magnate che come tentativo di conquistare un mercato di nicchia. Trattiamo qui marchi riconosciuti, che già sono nella storia dell’automobile.
Aston Martin Bulldog (1979)
Quando Aston Martin sviluppò la Bulldog a motore centrale, la previsione era di costruire 25 esemplari di questa vettura progettata da William Towns. Con le portiere ad ali di gabbiano elettriche, un V8 biturbo da 700 CV e un design di forte impatto, probabilmente avrebbe potuto trovare i clienti necessari. In fondo, con una velocità massima vicina ai 320 km/h, sarebbe stata l’auto stradale di serie più veloce al mondo.
Ma dopo aver completato il lavoro di sviluppo, la proprietà di Aston Martin cambiò e i nuovi vertici non pensavano che questo modello fosse il modo di raggiungere la quintessenza del marchio inglese. Quindi l’unica Bulldog costruita venne comunque venduta e tutt’oggi appare di tanto in tanto in occasione di qualche evento nel Regno Unito.
Jaguar XJR-15 (1990)
Negli stessi anni in cui Jaguar stava intraprendendo lo sfortunato progetto della XJ220, la Casa del giaguaro stava creando anche un’altra supercar: la XJR-15. La XJ220 era stata promessa con un V12 ma venne dotata invece di un V6 biturbo. La XJR-15 al contrario ottenne il 12 cilindri da 450 CV che le permetteva di raggiungere i 307 km/h.
Vennero prodotti solo 50 esemplari per le gare di una serie monomarca chiamata Jaguar Sport Intercontinental Challenge. Tuttavia vennero costruite anche delle vetture stradali, alcune delle quali sono arrivate ai giorni nostri. Nel 2004 la XJR-15 doveva essere riproposta da Jaguar Sport, con un motore V8, ma questa volta il progetto non vide mai la luce.
Maserati Chubasco (1990)
Quando, nel dicembre del 1990, vennero tolti i veli alla Maserati Chubasco si diceva che questa sarebbe stata il nuovo volto di Maserati. Dopo la controversa Biturbo, la Chubasco a motore centrale avrebbe riportato entusiasmo per il marchio. La potenza doveva arrivare da un V8 biturbo da 3,2 litri proveniente dalla Shamal montato longitudinalmente in grado di erogare 430 CV.
Maserati parlò in modo ottimistico di prestazioni da Formula 1, annunciando che sarebbero stati prodotti 450 esemplari in tutto, al ritmo di 150 all’anno. In realtà, nessuno di questi venne realizzato visto che il progetto venne bocciato solo 6 mesi più tardi. L’unica testimonianza resta un prototipo non marciante.
Nissan R390 GT1 (1997)
La R390 GT1 nacque perché Nissan stava disperatamente cercando di vincere la 24 Ore di Le Mans. Quando il progetto iniziò, solo una vettura giapponese aveva vinto la corsa (una Mazda). Per partecipare Nissan avrebbe dovuto costruire un’unica auto stradale.
Le R390 da corsa non vinsero mai a Le Mans e solamente una R390 stradale venne prodotta, ancora oggi di proprietà di Nissan. Era spinta da un V8 biturbo da 3,5 litri che sprigionava 641 CV per fare arrivare la supercar nipponica a oltre 350 km/h.
Volkswagen W12 (1997)
Quando Volkswagen svelò la sua coupé W12 con il dodici cilindri da 5,6 litri al Salone di Tokio del 1997, si diceva che l’auto sarebbe entrata in produzione nel caso in cui avesse raccolto reazioni positive. Quando tutti ne furono entusiasti, VW rispose presentando anche una versione roadster al Salone di Ginevra del 1998. Furono conquistati record di velocità e la supercar fu ulteriormente sviluppata con un motore da 6 litri con 600 CV che le permetteva di raggiungere i 350 km/h.
Sempre a Ginevra, ma nel 2002, il marchio tedesco mostrò una W12 coupé rivista, ma dopo pochi mesi il progetto venne archiviato a causa di un eccesso di supercar in fase di sviluppo all’interno del Gruppo Volkswagen. Tra queste c’era la Bugatti Veyron, questa sì che non può far parte delle supercar dimenticate.