L’Unione Europea vuole obbligare le aziende a trasmettere i dati sull’uso dei prodotti
L’Unione Europea ha scelto di introdurre un insieme di regole inerenti al trasferimento dei dati sull’uso dei prodotti a livello internazionale.
La Commissione Europea è pronta a fissare un insieme di normative che possono assistere gli utenti nella salvaguardia dei loro dati sensibili. Le aziende possono così accedere a informazioni che non identifichino un individuo seguendo alcuni principi ben precisi. Ecco come funzionano le nuove normative.
Cosa ha stabilito l’Unione Europea
Le decisioni dell’Unione Europea eserciteranno un forte impatto su varie tipologie di fonti, come ad esempio le informazioni inerenti a dispositivi connessi come le moderne auto smart. In virtù di queste regole, il conducente di una vettura può chiedere di inviare i dati delle performance della stessa a un’officina da lui selezionata. In questo modo, i clienti possono accedere a servizi più economici indipendentemente dalla compagnia alla quale si affidano.
Una misura simile riguarderà anche colossi come Amazon e Microsoft, costretti a facilitare il passaggio di dati tra più provider. Il responsabile della concorrenza della Commissione Margrethe Vestager ha sottolineato l’importanza di “dare a consumatori e aziende un controllo più accurato dei loro dati”. La proposta deve essere approvata dai paesi dell’Unione Europea e dall’Europarlamento, ma potrebbe entrare in vigore nel giro di alcuni anni.
Nel frattempo, le imprese sono preoccupate perché le regole potrebbero danneggiare le aziende extra-UE, con flussi di dati più complicati. In ogni caso, le aziende non potranno stipulare contratti abusivi che vietino la condivisione dei dati con realtà più piccole. Inoltre, in caso d’emergenza, i dati vanno resi visibili al pubblico impiego e le aziende devono permettere agli utenti di accedere a ogni dato generato.
Il Data Act può chiedere alle aziende di optare per misure di salvaguardia al fine di impedire ad altri governi di accedere ai dati. La senior legal e policy manager di IBM Europe, Emilie Petras-Sohie, auspica che le regole non creino conflitti di interessi e ostacoli per il trasferimento dei dati. Inoltre, si augura che i fornitori di servizi cloud possano accedere a funzionalità innovative.