I sistemi di monitoraggio dell’attenzione possono sbagliare
Probabilmente conoscete tutti i sistemi di monitoraggio dell’attenzione del conducente. Molte delle vostre auto probabilmente li hanno anche installati. Benché queste tecnologie siano preziose e possono aiutare a evitare un incidente, vi consigliamo di non fidarvi ciecamente perché sono tutt’altro che infallibili. È quanto emerge da un test condotto dall’AAA (American Automobile Association).
Attualmente i sistemi che monitorano la stanchezza del guidatore sono di due tipi. Il primo analizza i movimenti del volante (o la loro mancanza), il secondo monta una speciale telecamera sopra il quadro strumenti che valuta i movimenti degli occhi del conducente.
Il test
I ricercatori dell’AAA hanno testato 4 veicoli, due per ogni tipologia. I sistemi con la telecamera erano presenti su una Subaru Forester con EyeSight e Drive Focus, oltre a una Cadillac Escalade con Super Cruise. Allo stesso modo, sul monitoraggio dei movimento del volante si basava il sistema Autopilot della Tesla Model 3 e l’Highway Driving Assist della Hyundai Santa Fe.
Tutti questi veicoli dispongono di quella che viene definita guida autonoma di Livello 2. Più che di guida autonoma, in questo caso è più corretto parlare di semi-autonoma, visto che i sistemi di assistenza richiedono comunque l’attenzione del conducente. Semplicemente aiutano il guidatore a mantenere il veicolo all’interno della corsia e la velocità pre-impostata, frenando (e accelerando) quando necessario. Ricordiamo che il Livello 2, con pochissime eccezioni in qualche tratto di strada tedesco, è il massimo di automazione consentita al momento dalla legislazione europea.
Chiarito questo aspetto, i sistemi testati dall’AAA sono presenti sulle vetture per assicurarsi che le persone non tentino di ingannare il veicolo facendolo “guidare da solo”, nella convinzione che siano efficaci da sole a prevenire un incidente.
Meglio con le telecamere, ma…
Le tecnologie basate sulle telecamere sono più veloci ad accorgersi della mancanza di attenzione del guidatore. In media a questi sistemi sono serviti meno di 10 secondi sia sulla Cadillac che sulla Subaru per notare che il guidatore aveva tolto le mani dal volante o che non stava guardando la strada (di solito per guardare in basso o per gli occhi chiusi). Questi sistemi funzionano anche di notte, perché usano gli infrarossi.
Tuttavia, l’AAA fa notare che, guidando a 65 miglia orarie (circa 104 km/h), dieci secondi (in media) si traducono in una distanza di quasi 300 metri, percorsi con il guidatore con gli occhi lontani dalla strada. E sapete qual è la parte preoccupante? Che i sistemi basati sulle telecamere ottengono risultati migliori di quelli che analizzano i movimenti del volante!
Per le tecnologie che si basano sui movimenti del volante, l’allarme arriva (mediamente) dopo quasi un minuto. A 65 miglia orarie significa percorrere circa 1,8 km senza muovere il volante. Questi sistemi sono più facilmente ingannabili, il che significa che un guidatore può percorrere anche molta più strada senza davvero controllare lo sterzo.
Secondo l’AAA, gli avvertimenti dovrebbero arrivare prima. Ma quanto prima? Visto che i sistemi di monitoraggio dell’attenzione non sono obbligatori e il guidatore può disattivarli, rendere un sistema troppo fastidioso potrebbe portare gli automobilisti a spegnerlo, rendendolo di fatto inutile.
Il nostro consiglio? Siate sempre attenti al volante e non sentitevi mai troppo sicuri, anche se siete a bordo di un’auto dotata di ogni possibile tecnologia di assistenza.