Mercato auto, dati allarmanti: è crisi totale, mai un’estate così tremenda, tutta l’Europa in ginocchio
Il bagno di sangue previsto viene confermato da dati allarmanti: il crollo del mercato auto evidenzia una crisi totale su scala europea.
L’aveva preannunciato Carlos Tavares che l’industria automobilistica europea avrebbe affrontato un “bagno di sangue” se non si fosse adattate ad affrontare la concorrenza cinese. Aveva ragione il CEO di Stellantis, anche se il problema è molto più grave che del solo effetto asiatico.
Sì perché vuoi per la concorrenza cinese in tema di veicoli elettrici, l’unica industria che sta traendo profitto dal passaggio dalle auto a combustione a quelle con batterie, vuoi anche per altri motivi certamente più importante, il mercato auto sta dando dati allarmanti non solo in Italia, dove i veicoli elettrici devono essere ancora digeriti, ma in tutta Europa.
Fosse soltanto un problema di concorrenza cinese, sarebbe paradossalmente il male minore. Il problema e le complessità sono più molto ad ampio raggio e investono tante tematiche che hanno prodotto un’estate tremenda dal punto di vista delle vendite.
La crisi economica incide sicuramente in maniera preponderante sulla crisi totale dell’industria automobilistica. I costi della vita sono saliti enormemente negli ultimi anni, gli stipendi sono rimasti pressoché uguali, con tutto ciò che ne consegue: meglio spendere quei pochi soldi rimasto in disavanzo, altrove. Questo il messaggio indiretto lanciato dai cittadini italiani e, più in generale, quelli europee.
Un crollo verticale
Non che a inizio 2024 le cose andassero bene, ma il trend del calo delle vendite sta raggiungendo dei numeri sempre più preoccupanti in questo secondo semestre del 2024. Numeri eloquenti più di mille parole.
Volkswagen, una delle aziende top, a luglio ha fatto segnare -3,1% anche se poi ha un +2,9% da inizio anno. E che dire di Stellantis: ha registrato un -4,8% sul mese di luglio e un -0,5% da inizio anno. Tesla nel mese di luglio ha perso il 14%.
Auto elettriche, che disastro
Se in Italia ci si è quasi abituati nel metabolizzare numeri altamente negativi del mercato elettrico (basti pensare che la quota è passata dal 14,5% di luglio 2023 a 13,6% di luglio 2024) c’è chi ha assaporato il retrogusto amarissimo di un luglio da dimenticare per l’EV.
In Germania si è passati nell’arco di un anno dal 20% al 12,9%. Segno meno anche in Francia, altro paese insieme ai tedeschi dove il seme dell’elettrico sembrava aver attecchito: -2% anche in terra transalpina. E Il Centro Studi Promotor, attraverso una nota, ha fatto sapere che non ci sono segnali che facciano sperare ad un ritorno in tempi brevi ai livelli pre-crisi. Insomma, di male in peggio.