Non solo auto: quando le Case automobilistiche provano a produrre altro
Quasi tutte le aziende che producono automobili nel corso della loro storia hanno provato anche a entrare in altri settori. Uscire dal settore automobilistico per qualcuno è un modo per investire i profitti realizzati con le auto in attività più redditizie. Per altri è un modo per rimanere a galla quando una recessione economica colpisce il mercato delle auto nuove. Vediamo qualche esempio di esperimenti tentati dalle Case automobilistiche.
Fordlandia (Ford)
Henry Ford fondò un’intera città in Brasile con l’obiettivo di garantirsi la gomma necessaria per le parti di automobili. Chiamata Fordlandia, il progetto iniziò nel 1926 come comunità di case in stile americano in una zona remota della Foresta Amazzonica. La città venne divisa in aree distinte: una per i lavoratori brasiliani, l’altra per i dirigenti americani. C’era anche un hotel per gli ospiti in visita.
Ma alberi della gomma e uomini erano entrambi soggetti a malattie e il progetto si rivelò un enorme fallimento. Ford abbandonò la città nel 1934. Provò un secondo esperimento in un’altra zona, ma abbandonò anche questo nel 1945 quando capì che era più semplice produrre gomma sintetica piuttosto che coltivare quella naturale in Sud America. Oggi a Fordlandia vivono circa 3.000 persone.
Asimo (Honda)
Honda è composta da diverse divisioni che producono una gran quantità di prodotti: dalle auto alle moto passando per aeroplani, tosaerba, spazzaneve e pompe dell’acqua. Il gigante giapponese ha anche prodotto un robot umanoide chiamato Asimo. Questo robot è in grado di camminare, correre, saltare e interagire con gli umani. Riconosce anche il suo nome e stringe la mano.
Asimo appare regolarmente in pubblico in Giappone e all’estero. Quando non è in viaggio, viene spesso mostrato nella sede di Honda nel centro di Tokio.
RE-2 (Citroen)
Citroen ha costruito un piccolo elicottero come ultimo disperato tentativo di incassare qualcosa dal fiasco di Comotor. La Comotor era nata come joint venture tra la Casa francese e la tedesca NSU per produrre motori rotativi. Chiamato RE-2, il primo elicottero dell’azienda utilizzava un’evoluzione dello sfortunato motore Wankel della GS Birotor dotato di rotori più grandi e di un sistema di iniezione di carburante progettato internamente.
Inizialmente Citroen tolse le portiere del prototipo per permettere al collaudatore di saltare fuori durante il volo se qualcosa fosse andato storto. Nessuno ha avuto bisogno di usare il paracadute, ma il RE-2 non riuscì a ottenere l’omologazione al volo a causa di un surriscaldamento del motore agli alti regimi. Lo sviluppo è continuato al singhiozzo fino a quando Peugeot, nuova proprietaria di Citroen, ordinò di terminare immediatamente il progetto e di concentrarsi su attività più redditizie, come pensare finalmente a una sostituta per la 2CV. Il prototipo ha un totale di 38 ore di volo.
Currywurst (Volkswagen)
Il prodotto più popolare di Volkswagen non ha né le ruote né il motore. Da decenni l’aziende produce salsicce di suino e le utilizza per fare i currywurst, il popolare fast food tedesco. Distribuisce i suoi currywurst ai lavoratori in alcune delle sue fabbriche, nei ristoranti del marchio e durante eventi come saloni dell’auto. Sono venduti anche in alcuni negozi di alimentari a Wolfsburg, la città che ospita la sede dell’azienda, insieme a un ketchup anch’esso prodotto nelle cucine Volkswagen.
Volkswagen produce circa 7 milioni di wurstel all’anno, contro 4,9 milioni di auto uscite dalle linee di montaggio nel 2021.
Dodrill-GMR (GM)
Il Dodrill-GMR è una pompa cardiaca meccanica sviluppata dai laboratori di ricerca di General Motor insieme al chirurgo Forest Dodrill. Il team di GM era guidato da Edward Rippingille che scrisse in una pubblicazione aziendale: “In un modo o nell’altro abbiamo pompato petrolio, benzina, acqua e altri fluidi durante la nostra attività. Sembra logico che dovremmo provare a pompare il sangue”.
La macchina, che assomigliava vagamente a un motore a 12 cilindri, fu utilizzata dall’equipe di Dodrill durante l’intervento al cuore di Henry Opitek all’Harper University di Detroit nel 1952. Opitek, che sarebbe morto all’età di 41 anni, visse per 29 anni dopo l’operazione.