Non solo motoroni: alla scoperta dei V8 più piccoli della storia
Quando si parla di motori V8 si pensa subito alle grandi cilindrate. Ma questa equazione è vera solo in parte, infatti la storia dell’automobile non è fatta solo di grandi 8 cilindri, ma ci sono diversi V8 di piccole dimensioni che sono comunque ottimi motori. Ecco le auto di serie su cui sono stati montati i V8 più piccoli di sempre.
Ferrari 208
La Ferrari 208 venne creata soprattutto per il mercato italiano perché, negli anni ‘70, le nuove auto con motori superiori ai 2 litri di cilindrata erano soggette all’IVA al 38% invece che al 18%. La 208 è stata considerata la Ferrari più lenta di sempre, ma le sue prestazioni migliorarono con l’introduzione delle varianti turbo. Il suono del motore era meraviglioso come quello di qualsiasi altro propulsore Ferrari ed era basato sullo stesso progetto del V8 della Dino. La versione aspirata aveva 157 CV di potenza, mentre il modello turbo ne erogava 223.
Lamborghini Urraco P200
La Lamborghini Urraco aveva tra modelli con motore V8. La versione più diffusa fu la P250 con propulsore da 2,5 litri con potenza di 220 CV e 220 Nm di coppia, mentre la più potente ed emozionante P300 era dotata di un V8 da 2 litri con 250 CV e 265 Nm. Tuttavia la Urraco, a causa dello stesso provvedimento che aveva interessato la Ferrari 208, venne prodotta anche in versione P200 con un 2 litri da 182 CV e 176 Nm. Sfortunatamente la Urraco venne oscurata dagli altri modelli Lamborghini e ora è spesso trascurata dagli appassionati.
Alfa Romeo 33 Stradale
Gli ingegneri di Alfa Romo decisero di creare una versione stradale della vettura da corsa Tipo 33. E bisogna ammettere che fecero un ottimo lavoro con la 33 Stradale, visto che spesso è considerata una delle auto più belle di tutti i tempi. Il motore della 33 Stradale era un vero gioiello automobilistico. Il V8 da 2 litri era stretto parente di quello da 2,6 litri della Montreal, ma a differenza di quello aveva un albero a gomiti piatto. Inoltre era stato messo a punto in modo più aggressivo, con quattro alberi a camme con trasmissione a catena, 16 candele e un limitatore a 10.000 giri/minuto, con un rapporto di compressione di 10,5:1. Di conseguenza, la potenza era mediamente di 230 CV in assetto stradale e 274 in assetto da gara. Diciamo mediamente perché ogni vettura venne costruita a mano e i livelli di potenza potevano variare da un esemplare all’altro.
Simca Vedette
Sostanzialmente la Simca Vedette era un’auto francese con motore americano, ma la storia è più complicata di così. Henry Theodore Pigozzi voleva espandere la produzione della sua azienda, la Simca, e allo stesso tempo Ford voleva lasciare la Francia. Quando Ford stava per lanciare la sua nuova auto chiamata Vedette, Simca acquistò la fabbrica insieme a tutti i diritti commerciali. La berlina di ispirazione americana utilizzava il propulsore 136 da 2,4 litri, il motore più piccolo della famiglia Ford Flathead V8, chiamato Aquilon in Francia. Ma con soli 76 CV di potenza, l’Aquilon era decisamente troppo pigro.
Fiat 8V
C’è stato un tempo Fiat produceva auto sportive di lusso e altri grandi veicoli. La 8V è una testimonianza di quel periodo. Il nome venne dato da un fraintendimento: infatti Fiat pensava che Ford possedesse i diritti sul nome V8 e per questo chiamarono il proprio modello 8V. Fu l’unica vettura a 8 cilindri mai prodotta da marchio italiano: il minuscolo V8 da 2 litri con due carburatori Weber 36 DCF3 a doppio starter era in grado di produrre 105 CV. Dopo alcune modifiche al rapporto di compressione, una fasatura dell’albero a camme rivista e altri interventi minori, l’unità venne portata a 127 CV. La 8V si comportò in modo eccellente nelle competizioni, ma fallì a livello commerciale, con solo 114 esemplari venduti.