Orario di arrivo? TomTom ci spiega perché è sempre una stima
Uno dei vantaggi di usare un navigatore in auto, anche quando conosciamo già la strada, è la possibilità di stimare l’orario di arrivo, quello che viene definito con l’acronimo ETA (Estimated Time of Arrival).
Il problema deriva dalla parola “Estimated” perché, come chiunque avrà prima o poi sperimentato, l’orario d’arrivo non può mai essere preciso al 100%. Ciò per una serie di ragioni.
TomTom, uno dei leader mondiali della navigazione, di recente ha analizzato le variabili per ottenere un ETA completamente accurato, spiegando però che il più delle volte essere al 100% precisi è estremamente difficile.
Uno dei motivi è il traffico stesso, che è difficile da prevedere nonostante i sistemi basati sull’intelligenza artificiale lanciati recentemente. Incidenti, ingorghi e lavori stradali possono rallentare gli automobilisti, impattando sull’ETA e facendo sembrare stupida l’app di navigazione.
Come spiega TomTom, c’è poi il fatto che il navigatore non può prevedere un ETA in base allo stile di guida di ciascuna persona. Qualcuno è veloce e aggressivo, altri utilizzano una guida più conservativa: è chiaro che in questi casi l’ETA potrebbe essere molto diverso anche sullo stesso percorso per la stessa destinazione.
TomTom sta cercando di affrontare queste sfide. Come? Con un mix di sistemi di nuova generazione che includono informazioni stradali dettagliate (curve, pendenze, limiti di velocità, semafori, regole e informazioni sulla corsia), storico, sistemi di analisi del traffico in tempo reale e predittivi, nonché più avanzati algoritmi di routing.
Tuttavia, alla fine, ogni piccola cosa che succede per strada può influenzare l’ETA. Per questo è importante ricordarsi quel che significa questo acronimo: è l’orario di arrivo stimato, una ipotesi frutto di un calcolo approssimativo, non un dato certo.