Porsche Mission R, l’elettrica da corsa sfonda quota 1000 CV
Tutte pensavano ad una versione elettrica di Porsche Boxster e invece la casa di Zuffenhausen ha portato all’IAA di Monaco la nuova Mission R. Ovviamente elettrica, meno scontato che fosse da corsa. La concept presenta la nuova dimensione delle corse clienti secondo Porsche. Chiaro che si tratta di una vettura da corsa pensata e realizzata per i propri adepti, ma sorge spontaneo immaginare questa stessa Mission R in versione stradale, magari con la denominazione Cayman.
Elettrico da corsa
Essendo una showcar si può permettere il lusso di sperimentare soluzioni elettriche innovative e altamente prestazionali. La Porsche Mission R corrisponde a livello di performance all’attuale Porsche 911 GT3 Cup. Grazie alla tecnologia a 900 volt e alla capacità di ricarica rapida, è possibile caricare la batteria dal 5 all’80% in circa 15 minuti. La sua capacità totale è di 82 kWh. L’accumulatore è stato progettato per sostenere un’intera gara nel nuovo formato di qualifica sprint (30 minuti). Un altro punto forte è l’elevata potenza di recupero fino a 800 kW.
La vettura è equipaggiata con due unità elettriche, quindi è a trazione integrale. Il motore elettrico sull’asse anteriore produce fino a 320 kW (435 CV) in modalità gara. In modalità di qualifica, la potenza massima del sistema supera la soglia degli 800 kW (1.088 CV). La potenza continua del sistema in modalità gara è di 500 kW (680 CV). La velocità massima supera i 300 km/h e il passaggio da 0 a 100 km/h avviene in 2,5 secondi. L’utilizzo intensivo di materiali compositi e leggeri, ha permesso di contenere il peso a circa 1.500 chilogrammi.
La Mission R è predisposta per la tecnologia over-the-air. Quindi ipotizzabile che, in caso di problemi durante la gara, gli esperti di Porsche Motorsport di Weissach possano accedere ai dati delle auto dei clienti tramite un’interfaccia remota e quindi aiutare nella risoluzione dei problemi.
Estrema e sostenibile
Il sedile, il volante, i comandi e i pedali regolabili formano un “modulo” compatto nella Mission R e giacciono sullo stesso asse, ovvero l’asse del guidatore. Ciò consente al pilota di concentrarsi sull’essenziale durante la gara.
Allo stesso tempo, questo design del modulo driver consente di utilizzare una seconda cella di guida al di fuori della Mission R come simulatore. Con l’ausilio di supporti mobili controllati elettricamente, è possibile simulare le forze dinamiche che influiscono sul conducente.
A bordo il pilota ha davanti a sé il display da corsa multifunzione OLED da 6 pollici. Si trova direttamente tra i comandi al volante ed è quindi posizionato nell’immediato campo visivo del conducente. Ma la Mission R ha pure qualcosa di vettura “normale”. È infatti equipaggiata di sensori. E se tali sensori radar e telecamere rilevano una collisione imminente durante la gara, il sistema di prevenzione delle collisioni (CAS) avvisa il pilota del pericolo tramite contrassegni colorati sui bordi del display.
Singolare pure la struttura dell’auto. Invece di una convenzionale cellula in acciaio saldata alla scocca, si è optato per una gabbia in plastica rinforzata con fibra di carbonio (CFRP). La gabbia in carbonio è integrata direttamente nel tetto ed è visibile dall’esterno attraverso l’utilizzo di segmenti trasparenti.
All’esterno le porte della Mission R, i parafanghi anteriori e posteriori, i pannelli laterali e la sezione centrale nella parte posteriore, sono realizzati in plastica rinforzata con fibre naturali (NFRP). I materiali sostenibili si basano su fibre di lino ottenute dall’agricoltura.
Esternamente presenziano elementi aerodinamici attivi, e i cerchi da 18 monodado con pneumatici Michelin. Il sistema di frenatura Brake-by-Wire modella l’interazione tra i freni idraulici ed elettrici. Il diametro dei dischi dei freni è di 380 e 355 millimetri nella parte anteriore e posteriore. Non è stato dichiarata una data di debutto, ipotizzabile il 2025.