Produzione batterie per auto elettriche, l’Italia rischia di perdere il progetto di Stellantis
Il governo italiano ha destinato una parte marginale del suo Piano di rilancio nazionale alla produzione di batterie per veicoli elettrici. E questo, secondo quanto afferma Automotive News Europe, potrebbe mettere a rischio le possibilità italiane di essere sede del terzo impianto europeo di produzione di celle di Stellantis.
Stellantis, decisione entro la fine dell’anno
Il CEO Carlos Tavares ha dichiarato lo scorso 15 aprile che Stellantis avrebbe deciso entro la fine dell’anno dove collocare la fabbrica. L’Italia e la Spagna erano fino a poco tempo fa i principali candidati a seguire Francia (2023) e Germania (2025), ma il fatto che dei 192 miliardi di euro disponibili per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza solo 1 miliardo sia destinato a “energie rinnovabili e batterie” potrebbe cambiare le carte in tavola.
La cifra è peraltro omnicomprensiva degli investimenti nel solare e nell’eolico onshore. Alla filiera delle batterie dovrebbe dunque andare una parte frazionaria. Altri 750 milioni di euro di investimenti serviranno invece a espandere l’infrastruttura di ricarica per auto elettriche.
Risorse insufficienti per nuovi impianti
Fabrizia Vigo, responsabile delle relazioni istituzionali del gruppo industriale auto ANFIA, ha già rammentato come le risorse finora stanziate non saranno sufficienti a finanziare un impianto di produzione di batterie se la somma è destinata, come sembra, anche a supportare l’energia eolica e solare.
Eppure, con la crescente tendenza verso l’elettrificazione del parco auto europeo, la produzione di celle a batteria sarà la chiave per aiutare i Paesi a mantenere i ritmi di produzione previsti e stimolare la nascita di nuovi posti di lavoro che possano compensare quelli persi nel passaggio dalla produzione di propulsori a combustione interna.
I progetti italiani
Attualmente il nostro Paese – sottolineava ancora Automotive News Europe – ha un solo progetto per costruire un impianto di celle a batteria di medie dimensioni. La società italiana SERI ha infatti una fabbrica nel Sud Italia che assembla celle agli ioni di litio con una capacità annua di 300 megawatt-ora, e sta progettando altresì un nuovo impianto da 8 GWh con il finanziamento del fondo dell’Unione Europea IPCEI.
Fiat Chrysler, parte di Stellantis, ha invece creato un “battery-hub” nel 2020 nello stabilimento di Mirafiori a Torino con un investimento iniziale di 50 milioni di euro. L’impianto attualmente assembla pacchi batteria utilizzando celle importate che vengono utilizzate per alimentare la Nuova Fiat 500 e, presto, anche i pacchi batterie per la prossima generazione di Maserati GranTurismo coupé e GranCabrio cabrio, che entreranno in produzione quest’estate a Mirafiori.
Italvolt, una startup creata dall’imprenditore svedese Lars Carlstrom, ha annunciato un progetto per costruire una fabbrica da 45 GWh nel nord Italia, con un investimento stimato in 4 miliardi di euro, di cui – pare – 1,5 miliardi di euro da richiedere alle istituzioni locali.
I piani di Stellantis
Stellantis ha invece voluto puntare su Automotive Cells Company, una joint venture con Saft, una filiale del gigante petrolifero francese Total. L’Automotive Cells Company costruirà due fabbriche in Europa con una capacità potenziale di 32 GWh, entro il 2030. La prima sarà a Douvrin, in Francia, e inizierà la produzione nel 2023. La seconda sarà a Kaiserslautern, in Germania, entro il 2025. La produzione iniziale di celle sarà di 50 GWh di batterie all’anno.
Tavares ha però precisato che Stellantis avrà accesso a “non meno di 130 GWh di capacità di produzione di batterie tra Europa e Stati Uniti. E il livello aumenterà a 250 GWh entro il 2030”. Di qui la necessità di altri impianti, da distribuirsi probabilmente tra Italia e Spagna. Ma chi avrà la meglio in questa corsa?