Quanta acqua serve per spegnere l’incendio di un’auto elettrica?
Negli ultimi anni la diffusione dei veicoli elettrici sta crescendo sempre più velocemente e si prevede, entro il 2030, che rappresenteranno il 50% di tutte le auto nuove entro il 2030. Ciò rappresenta una sfida per molti ambiti della mobilità e non solo: infatti la gestione di un incendio di un’auto elettrica è ben diversa da quella che interessa un veicolo tradizionale. Per questo i vigili del fuoco di tutto il mondo richiedono sempre più una formazione adeguata su come spegnere in modo rapido ed efficace questi tipi di incendi incredibilmente intensi.
Questa tematica è stata oggetto di un articolo di Vox che ha analizzato in particolare la questione di Tesla, benché gli incendi ai modelli elettrici riguardino un po’ tutti i marchi. Per esempio ci sono voluti diversi tentativi da parte di General Motors per rimediare a un problema di incendio della Chevrolet Volt, tanto che a un certo punto ha invitato i proprietari a non parcheggiare i loro veicoli all’interno di garage o vicino ad altre strutture e a caricare le auto fino a una certa soglia. E queste vetture non erano nemmeno coinvolte in incidenti, semplicemente prendevano fuoco senza apparente motivo.
La quiete prima della tempesta
Ma come si sviluppa un incendio di un’auto elettrica? All’inizio tutto è apparentemente calmo, con solo un po’ di fumo che esce da sotto il veicolo. Ma in poco tempo delle fiamme di un arancione brillante sono in grado di inghiottire un’intera auto. E vista la grande quantità di energia immagazzinata nelle batterie, le temperature di questi incendi possono superare anche i 2.700 gradi.
Non solo. Perché anche quando l’incendio pare essersi spento, il calore residuo potrebbe ancora diffondersi all’interno delle celle della batteria con il rischio che il veicolo possa nuovamente incendiarsi anche a distanza di diversi giorni.
Metodi diversi
Vista la diversa complessità degli incendi alle auto elettriche, il contrasto a questi fenomeni presenta nuovi problemi. Infatti, i vigili del fuoco di solito cercano di sopprimere gli incendi alle auto soffocandoli con estintori a schiuma, riempiti con sostanze come l’anidride carbonica che allontana l’ossigeno, o con una sorta di coperta ignifuga progettata per soffocare le fiamme.
Tuttavia gli incendi alle auto elettriche non sono alimentati dall’ossigeno, quindi questi approcci non funzionano. Serve acqua, molta acqua, anche decine di migliaia di litri, per raffreddare la batteria. Ciò diventa ulteriormente più complicato nel momento in cui l’incendio dell’auto elettrica si verifica lontano da un idrante o se i pompieri locali hanno un numero limitato di mezzi a disposizione. Anche l’acqua salata, molto efficiente nella conduzione dell’elettricità, potrebbe peggiorare la situazione.
Come detto, anche quando le fiamme sembrano del tutto domate, possono riprendere vigore senza preavviso. Come riporta Autoblog, l’anno scorso, una Tesla Model S ha preso fuoco in un deposito di rottami dopo essere stata coinvolta in un incidente. La soluzione per i vigili del fuoco è stata quella di spingere tutto in una fossa piena d’acqua per spegnere le fiamme.
La soluzione dell’acqua resta al momento la migliore, tanto che alcuni vigili del fuoco hanno preso in considerazione l’utilizzo di una gru per sollevare i veicoli elettrici in fiamme e calarli in serbatoi pieni d’acqua. Un importante produttore di attrezzature antincendio ha invece progettato un nuovo ugello in grado id perforare l’involucro della batteria e schizzare l’acqua direttamente sulle celle danneggiate, nonostante alcuni manuali ufficiali delle case automobilistiche affermino che i vigili del fuoco non dovrebbero provare a rompere la batteria.
Tuttavia, un ulteriore fattore di complessità è dovuto al fatto che i modelli di auto elettriche sono spesso molto diversi tra loro ed è difficile conoscere il modo migliore per scollegare dalla batteria auto diverse.