Renault e Dacia, il futuro abbassa la velocità di punta
Ad inizio Novecento il movimento Futurista aveva dato grande valore sia dal punto intellettuale che artistico, alla velocità. Affascinati dall’evoluzione delle prime automobili. Oggi, a distanza di oltre un secolo, nonostante non abbia perso alcuna attrattiva, la velocità non è più un tratto distintivo delle auto moderne.
Da quando l’elettrificazione e le auto elettriche sono entrate nel “paniere” della quotidianità, tale caratteristica è sempre stata messa in secondo piano. Tanto che la maggior parte delle nuove vetture elettriche ha una velocità limitata elettronicamente solitamente compresa tra i 160 e 200 km/h (a seconda del brand e del modello). Una scelta tecnica, determinata dal fatto di voler preservare la carica della batteria.
Il fatto di limitare la velocità massima delle automobili non è certamente una notizia che crea scalpore. I giapponesi sono anni che hanno fissato a 180 km/h il valore massimo raggiungibile. Il trittico tedesco, ovvero Audi, Mercedes e BMW, firmò un agreement per limitare a 250 km/h la velocità delle proprie sportive.
Sicurezza al primo posto
Indubbiamente le cause di un incidente sono tanto più gravi maggiore sarà la velocità di impatto. E, visti gli attuali limiti stradali (almeno stando al nostro Paese) che non consentono medie particolarmente elevate, è una scelta che si può ritenere in parte plausibile. E allora perché si continuano a realizzare vetture capaci di superare i 300 km/h? Una risposta certa a tale domanda non esiste, neppure fossimo tutti cittadini tedeschi. Paese, la Germania, che vanta alcuni tratti autostradali in cui i limiti sono assenti.
Dopotutto si tratta di vetture destinate ad un’élite di potenziali acquirenti. Mentre per quanto riguarda le sportive più “abbordabili” il futuro è sempre più incerto, nonostante qualche guizzo degli ultimi tempi (vedi il caso Yaris GR). Se si guarda il mercato come massa di veicoli, la cerchia di chi vuole sfidare la velocità si è fatta sempre più ristretta.
Indubbiamente la sicurezza è un fattore determinante, e non potendo fare affidamento sul buon senso degli automobilisti e neppure sul traffico (inevitabilmente in aumento nonostante la pandemia) le case automobilistiche stanno iniziando a riconsiderare i loro parametri. Oggi a fare la differenza è la sostenibilità più che la sportività. Una direzione da cui difficilmente si tornerà indietro.
Renault, come si cambia
Così, dopo l’esempio di Volvo che ha fissato a 180 km/h la velocità massima delle sue vetture, anche Renault e Dacia seguiranno la medesima strada. L’Amministratore Delegato Luca De Meo, nel corso dell’assemblea generale con gli azionisti dello scorso venerdì, ha presentato i piani futuri.
Dal 2022, Megane-E sarà equipaggiata con un dispositivo di adattamento automatico alla velocità in funzione die limiti. La velocità sarà limitata anche a seconda dei veicoli e non supererà i 180 km/h. Una scelta che forse farà storcere il naso agli aficionados, ma che inevitabilmente preannuncia un futuro già deciso.
Tale dispositivo, sebbene sia già presente su brand della fazione tedesca, non sempre è utile nel caso si voglia supportare la sicurezza. Soprattutto quando agisce in modo totalmente automatico e i limiti dei tratti stradali sono riportati con poca cognizione di causa.