Semaforo rosso, niente multe se passi I Ti risparmi 700 euro: pochi sanno di avere questo diritto
Aspettando il nuovo Codice della Strada: tutto quello che c’è da sapere sulle sanzioni e non in casa di passaggio con semaforo rosso.
Bisognerà stare attenti a usare il proprio cellulare, o un altro dispositivo al semaforo rosso. Anche da fermi, immobili, senza muoversi prima dello scatto del verde. È solo una delle tante novità che ci attende questa estate, quasi certamente, con il disegno che sta per diventare legge, che apporterà sostanziali cambiamenti nel Codice della Strada.
Per chi guida usando il cellulare, è previsto il ritiro della patente da 15 giorni fino a due mesi e una multa fino a 1.697 euro. Non sia mai che non ci sia recidività: la multa passa a oltre 2500 euro, la sospensione della patente si allunga a tre mesi, i punti decurtati da otto passano a dieci.
A rischio sospensione anche chi guida contromano in punti di strada con visibilità ridotta o chi passa con il semaforo rosso. Insomma, da un lato un bel giro di vite da parte del governo per le nuove normative che, passato lo sbarramento della Camera (con non poche difficoltà) è pronto al placet anche al Senato.
Aspettando il nuovo codice della Strada, comunque, c’è da sapere che chi non rispetta il semaforo rosso va incontro, per ora, non solo a multe: l’infrazione (la più sanzioni non solo di tipo pecuniario. Oltre che con la multa, quest’infrazione viene punita anche con la decurtazione dei punti sulla patente e la sospensione o la revoca della stessa.
Semaforo rosso, sanzioni maggiorate: ecco perché
Passano col semaforo rosso costa caro. Questo gli automobilisti lo sanno bene visto che da gennaio 2023 c’è stato un adeguamento che fa rima con aumento delle sanzioni per l’infrazione più comune al Codice della Strada.
Un adeguamento non solo figlio dell’aumento delle infrazioni ma anche dell’inflazione, ecco spiegato quel passaggio minimo di 184 euro a un massimo di 720,5 euro. Attenzione però: i ricorsi, come dimostrato, possono cambiare le carte in tavola.
Aumentano anche i ricorsi: le tre tipologie che vanno per la maggiore
Numeri alla mano, sono tre i principali motivi che spingono gli automobilisti a presentare sempre più ricorsi, molti dei quali accolti, sia tramite Giudice di Pace sia presso la Prefettura. Il primo è lo stato di necessità: reclamo a buon fine se viene confermata la cosiddetta urgenza sanitaria.
La seconda motivazione riguarda l’accertamento illegittimo, ma se c’è un diritto da parte degli automobilisti sfruttato al massimo è quello del cavillo legislativo che va a scovare un errore nel verbale. Per tutti i ricorsi, comunque, vale un iter ben preciso: va presentato entro 30 giorni dalla notifica del verbale ma solo se avviene tramite Giudice di Pace. La forbice temporale viene raddoppiata (sessanta giorni) se si sceglie l’impugnazione presso la Prefettura.