Suzuki smette di esportare in Russia e Ucraina per via del conflitto
La fabbrica di Suzuki in Ungheria ha sospeso le esportazioni di auto in Russia e Ucraina a causa della guerra in corso tra i due Paesi.
La casa automobilistica giapponese esporta circa 10.000 veicoli dalla sua fabbrica ungherese in Russia e Ucraina ogni anno, e ha dichiarato che cercherà di spostare i modelli coinvolti in altri mercati in modo da non essere costretta a ridurre la produzione. La divisione ungherese di Suzuki ha venduto 119.098 veicoli nel 2020, di cui 101.672 per i mercati esteri.
La portavoce Zsuzsanna Bonnar-Csonka ha confermato che la casa automobilistica sta continuando a incontrare problemi nella catena di approvvigionamento e ha osservato che l’aumento dei costi dell’energia e l’indebolimento del fiorino ungherese costituiscono ulteriori motivi di preoccupazione.
“La nostra azienda non ha fornitori diretti Tier 1 nelle aree colpite“, ha detto Bonnar-Csonka. “Tuttavia, stiamo monitorando continuamente l’intera catena di approvvigionamento. Stiamo facendo del nostro meglio per ottimizzare i nostri costi di produzione. A un certo punto dovremo riflettere parte di questi costi aggiuntivi nei prezzi delle nuove auto“.
La notizia della decisione di Suzuki in Ungheria arriva poco dopo che l’amministratore delegato del Gruppo Volkswagen Herbert Diess ha suggerito che una guerra prolungata in Ucraina sarebbe peggiore per le economie europee della pandemia COVID-19 e della carenza di semiconduttori. Diess ha dichiarato che le interruzioni delle catene di approvvigionamento globale “potrebbero portare a enormi aumenti dei prezzi, scarsità di energia e inflazione”.