Svendita TOTALE: questa casa automobilistica sta ammazzando il mercato | Prezzi rimasti al 1990
Fa discutere e non poco la decisione di una casa automobilistica che ha deciso di vendere le sue macchine sottocosto. Ma si può?
La frode automobilistica è un termine ampio e come tale è difficili capire quella sottile linea rossa tra legalità e illegalità. Alcune sono chiare: non si può utilizzare delle tattiche di vendita di un’auto al di sopra del prezzo pubblicizzato.
Ma neanche false dichiarazioni sui termini finanziari, oppure una vendita o il leasing di automobili senza un’adeguata divulgazione di difetti noti o condizioni pericolose. Una frode automobilistica che si estende agli acquisti di auto usate e nuove.
Un avvocato specializzato in frodi per concessionari di automobili potrebbe aiutare un cliente a combattere tattiche dannose come la mancata divulgazione dei danni, l’impacchettamento dei prezzi e i componenti aggiuntivi fuorvianti del rivenditore. Se la concessionaria vendesse un’auto al di sopra del prezzo pubblicizzato, potresti denunciarti per frode.
Fin qui tutto chiaro. Il problema è quando accade l’inverso. Sì esatto, avete capito bene. In questo caso si va ben oltre la svendita totale, si sta cominciando a vendere auto sottocosto con dei prezzi irrisori, fuori mercato.
Geniale strategia di mercato o dumping?
In Italia la vendita sottocosto è legale fin quando non sconfina nell’eliminazione della concorrenza, finché, come ha stabilito di recente la Cassazione, “non si traduce in un danno e realizza l’illecito concorrenziale del dumping interno”.
In buona sostanza, la vendita a prezzi non immediatamente remunerativi è contraria ai doveri di correttezza, solo se si “connota come illecito antitrust, in quanto posto in essere da una impresa in posizione dominante e praticata con finalità predatorie”.
La strategia di Xiaomi: “Sì, vendiamo auto sottocosto”
Mentre l’Italia, e non solo, si domanda se la strategia di Xiaomi è lecita, il suo CEO nel giorno della presentazione della SU7 non si è fatto per niente il problema: la prima auto elettrica del colosso cinese viene venduta sotto i 30.000 dollari per il modello base.
Tanto per fare un esempio, quattromila dollari in meno rispetto al modello base della Model 3 di Tesla. “Abbiamo tasche profonde e prevediamo di perdere soldi con l’SU7 – ha detto Lei Jun tra il serio e il faceto davanti a oltre 34 milioni di spettatori collegati su Douyin – è l’auto più bella, più facile da guidare e più intelligente”. Gli analisti hanno stimato che con quei prezzi ci potrebbe essere una perdita netta di 580 milioni di euro. Ma la domanda ritorna spontanea: si può fare?