Tesla richiama 2 milioni di auto: quali sono e cosa succede ora
Brutte notizie per Tesla e, con essa, per gli automobilisti che hanno acquistato un’auto dalla società di Elon Musk: l’Agenzia statunitense per la sicurezza stradale ha infatti acceso la luce sul software di guida richiedendo un aggiornamento su oltre 2 milioni di veicoli.
Insomma, non proprio una bella novità per Tesla, con la casa produttrice di auto elettriche più famosa del mondo che ora dovrà richiamare più di 2 milioni di veicoli negli USA, praticamente quasi tutti quelli che sono stati venduti dal 2015 in poi. L’obiettivo sarà apportare dei correttivi all’Autopilot attraverso degli aggiornamenti over-the-air (Ota).
Perché si è reso necessario il richiamo Tesla
Torniamo al richiamo monstre, per cui Tesla dovrà operare i succitati aggiornamenti a distanza. La National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa), l’agenzia governativa dipendente dal Dipartimento dei Trasporti, che stabilisce gli standard di sicurezza, sta indagando da oltre due anni per verificare se i veicoli Tesla siano o meno in grado di non indurre in errore i conducenti nel momento in cui utilizzano il sistema di assistenza alla guida di livello 2.
Da tempo peraltro lo stesso segretario ai Trasporti, Pete Buttigieg, aveva sollevato dubbi su tale punto, soprattutto dopo l’avvio dell’indagine da parte di Nhtsa nell’agosto del 2021, dopo che l’ente aveva individuato più di dieci incidenti in cui i veicoli Tesla si sono scontrati con veicoli di emergenza, fermi. Altre indagini parallele erano invece state effettuate per i sinistri con vittime: se ne contano oltre 30 in cui si sospetta la responsabilità dell’Autopilot, con 23 decessi.
L’Autopilot al centro delle polemiche
Ricordiamo che l’Autopilot di Tesla permette alle auto di sterzare, accelerare e frenare automaticamente all’interno della propria corsia, mentre l’Autopilot, nella sua versione potenziata, può aiutare a cambiare corsia in autostrada, ma non può rendere autonoma la vettura.
Musk aveva promesso la guida autonoma a bordo delle Tesla già dal 2019, rinnovando poi la promessa la scorsa estate (per la fine del 2024) sostenendo i progressi del supercomputer Dojo, in cui sarà investito un miliardo di dollari.