Breve storia della Toyota 2000GT che conquistò James Bond
Sebbene qualcuno sostenga che la Datsun S211 sia stata la prima auto sportiva giapponese, il suo motore da 1 litro messo sul telaio di un mezzo commerciale dovrebbe far cambiare idea. La prima vera sportiva che non lascia spazio a discussioni proveniente dal Sol Levante è la Toyota 2000GT, un modello che cambiò la percezione dell’industria automobilistica nipponica.
La storia della 2000GT inizia nel 1964. Con tutto l’aiuto da parte di Yamaha Motor Corporation, i vertici di Toyota erano convinti che fosse giunto il momento per sviluppare un prodotto orientato alle prestazioni che potesse fare concorrenza alle vetture sportive europee.
Flop commerciale, ma…
Nissan, allora conosciuta come Datsun sui mercati esteri, venne per prima contattata da Yamaha con il concept di una coupé a due posti. L’azienda rifiutò la proposta a causa degli alti costi associati a questo progetto. Costi che invece vennero accettati volentieri da Toyota.
La maggior parte del lavoro di sviluppo per la 2000GT doveva essere eseguito da Toyota, mentre Yamaha aveva il compito spremere ogni cavallo possibile dal motore. Conosciuta anche per i suoi strumenti musicali, l’azienda dei tre diapason aiutò ulteriormente Toyota anche con la scocca e il telaio della vettura.
Il colosso automobilistico era allora considerato la Casa più conservatrice del Giappone, il che spiega perché i dirigenti volevano portare sul mercato prima possibile un prodotto eccitante. Toyota cambiò notevolmente i piani iniziali di Yamaha: invece di un’auto sportiva generalista, l’obiettivo era su tutto la qualità.
Per questo se inizialmente si prevedeva di vendere 1.000 esemplari al mese, nella realtà la produzione effettiva della Toyota 2000GT fu di 351 unità dal 1967 al 1970. “Flop commerciale” sarebbe l’unico modo accettabile per descrivere questi risultati, ma col senno di poi, proprio grazie alla 2000GT il mondo occidentale iniziò a prendere Toyota più seriamente.
Al fianco di James Bond
Consideriamo, per esempio, la prima apparizione della vettura sul grande schermo. Era il 1966 quando Toyota venne contattata dal produttore Albert Romolo “Cubby” Broccoli per il film su James Bond Agente 007 – Si vive solo due volte, con protagonista Sean Connery e l’attrice giapponese Akiko Wakabashi.
La 2000GT era nelle fasi finali dello sviluppo e c’era un problema con l’agente segreto. Per la precisione, Connery era troppo grande per la coupé e non riusciva a stare nell’abitacolo. Toyota però non voleva che Broccoli scegliesse un altro costruttore per avere un modello più spazioso. Per questo l’azienda decise di costruire un paio di roadster open-top.
Solo una delle roadster di Agente 007 – Si vive solo due volte è sopravvissuta, la stessa che Toyota mostrò al Salone di Ginevra nel marzo del 1967. L’altra è misteriosamente scomparsa dopo essere stata portata nel Regno Unito negli anni ‘60.
Una storia di successi
Un altro motivo per cui la 2000GT si è rivelata un buon investimento per Toyota sono i successi sportivi. Un esemplare appositamente preparato vinse la 1000 Chilometri di Suzuka nel 1966 e una 2000GT arrivò terza nel Japanese Grand Prix dello stesso anno. Vinse anche la 24 Ore del Fuji e la Fuji 1000 Chilometri nel 1967.
Ma non è finita qui. Nel 1966, in 72 ore sul circuito di prova giapponese di Yatabe, una 2000GT elaborata da Tosco riuscì a battere 16 record di resistenza e velocità, con una media di 207,2 km/h sull’ovale sopraelevato. Fondato nel 1957, la Toyota Sports Corner era il reparto motorsport che poi è diventato Toyota Racing Development (TRD) nel 1976, all’indomani della crisi petrolifera del 1973.
Non solo 2 litri
Sostenuta da un telaio tubolare d’ispirazione Lotus, la Toyota 2000GT era dotata di quattro sospensioni indipendenti, sterzo a pignone e cremagliera, freni a disco su tutte le ruote e un motore a 6 cilindri in linea basato sulla serie M della Toyota Corona.
La testa Yamaha a doppia camma in alluminio permetteva al motore da 2 litri di erogare 150 CV a 6.600 giri al minuto e 175 Nm a 5.000 giri/min. È stata anche offerta una versione da 2,3 litri più robusta, sebbene mettesse a disposizione meno potenza.