Una De Tomaso Pantera piena di ruggine è all’asta: si può salvare?
Per sfidare Ferrari e Lamborghini, Alejandro De Tomaso pensò di creare delle supercar negli anni ’60 e ’70, dotandole di un V8. E così, ha sperimentato tale approccio prima con la Mangusta nel 1967 e poi, in modo più celebre, con la Pantera.
La Pantera – in particolare – fu disegnata da Tom Tjaarda della casa di design italiana Ghia e costruita proprio in Italia. Era però alimentata da un V8 da 5,8 litri da 330 CV di origine Ford. Non si trattava peraltro dell’unica connessione con l’Ovale Blu; Ford vendette infatti la supercar attraverso i suoi concessionari Lincoln-Mercury tra il 1971 e il 1975. Successivamente lasciò De Tomaso al suo destino.
Proprio come la sua rivale Countach, la Pantera è sopravvissuta fino alla fine degli anni ’80. Ma è il modello del 1972, con i suoi archi stretti e i primi piccoli paraurti, ad aver conquistato il cuore di numerosi appassionati.
Probabilmente, però, anche il cuore di tali appassionati sarebbe messo a dura prova da vedere un simile modello tornare alla luce dopo un ventennio di abbandono. Le foto rivelano una grave corrosione nei parafanghi, sul pavimento, sul tetto e non solo. A proposito di ruggine, ne avevamo trovata in abbondanza anche su questo Chevrolet 3100 dotato di V8.
Il contachilometri indica 67.500 km, ma il venditore afferma che non ha idea se questo dato sia o meno corretto, né quando l’auto è stata utilizzata l’ultima volta. Una cosa è certa: il veicolo ha bisogno di tanto lavoro per rimetterlo in sesto. L’aspetto positivo è che l’auto sembra completa di tutto l’occorrente, compresi i cerchi in lega Campagnolo da 15”. Un video mostra poi che il motore Ford V8 gira, anche se non si accende.
Chi è così coraggioso da metterci mano?
Intanto, per i più ardimentosi, l’auto si trova qui all’asta.