Una Rolls-Royce del ’29 quadruplica la potenza grazie alla conversione elettrica
I motori elettrici, si sa, di positivo hanno l’energia pulita ma il lato negativo è che modificando un’auto “tradizionale” ad elettrica si rischia di perderne tutte le peculiarità interessanti. Electogenic, infatti, ha fatto di tutto perché questo non accadesse con l’ultimo suo incarico: niente di meno che una Rolls-Royce Phantom II del 1929, che ha debuttato in questi giorni al Salon Privé di Blenheim Palace, nel Regno Unito.
Partiamo però subito dai numeri… Di Phantom II costruite ce ne sono solo 1.681. Quella di cui parliamo oggi ha una carrozzeria HJ Mulliner & Co. e ha, anzi aveva, un motore a sei cilindri in linea da 7,7 litri, che però è stato rimosso dall’auto. Ma non buttato via – visto che si tratta di una versione completamente reversibile. Nel vano motore originale oggi c’è una batteria da 93 kWh. Per riuscire nell’intento, l’azienda inglese ha effettuato una scansione 3D dell’auto e tramite una progettazione CAD è riuscita a trovare il punto meno invasivo per la batteria, cioè proprio dov’era il grande motore a combustione.
La batteria in questione invia energia al motore elettrico da 204 CV, che è quattro volte più potente rispetto al motore originale da 50 CV. La sua autonomia è di circa 240 chilometri per carica, nonostante abbia un coefficiente di resistenza spaventosamente alto, pari circa a 1 (le auto moderne si aggirano attorno ai 0,2).
Anche se però minimizzare così il lavoro svolto da Electrogenic non è corretto fino in fondo. Infatti, Steve Drummond, il direttore dell’azienda, la definisce la “conversione di auto d’epoca più complessa mai realizzata fino ad oggi”. Affermando poi: “È stato davvero un progetto affascinante su cui lavorare, nel quale abbiamo messo il nostro cuore e la nostra anima. Siamo soddisfatti dei risultati; combina la più straordinaria costruzione di carrozze degli anni ’20 con un’esperienza di guida aggiornata che si addice perfettamente a una Rolls-Royce”.
Avendo aumentato di così tanto la potenza dell’auto non hanno lasciato i freni a cavo di un tempo. L’azienda inglese di trasformazioni ha dovuto infatti inserire un pedale aggiuntivo ma lo ha fatto in modo intelligente, installandogli anche un sistema idraulico. Per finire, ha collegato anche il sistema frenante a quello di rigenerazione del motore, ovviamente per migliorare l’efficienza dell’auto recuperando l’energia in fase di decelerazione.
La carrozzeria non è stata l’unica cosa a essere mantenuta. Il team di Electrogenic infatti voleva che il sistema di lubrificazione centralizzato del telaio a flusso continuo della Phantom II non venisse “toccato”, poiché fondamentale per la guida tipica delle Rolls-Royce, dal tocco vellutato. Ma visto che il sistema di lubrificazione passa anche attraverso il motore, la Electrogenic ha dovuto trovare una soluzione per reindirizzare il sistema e integrarlo in modo tale che potesse essere ripristinato qualora il proprietario desideri riportare l’auto in versione originale.
Migliorato, anzi modernizzato, anche l’indicatore del carburante, che è stato sostituito da uno uguale ma a LED, che indica lo stato di carica. L’indicatore della temperatura dell’olio invece mostra la temperatura del motore elettrico. Tra le varie tecnologie moderne, alla Phantom II è stato aggiunto anche un sistema audio all’avanguardia. Ovviamente durante la fase di progetto e realizzazione, per Electrogenic è stato fondamentale mantenere il carattere originale dell’auto, facendo anche attenzione a non modificarla con tagli o saldature in modo che la conversione sia perfettamente reversibile.