Una Shelby GT500 appartenuta a Carroll Shelby va all’asta
Carroll Shelby è un nome che non ha bisogno di presentazioni: è stato un pilota di auto da corsa ma la vera fama l’ha ottenuta quando ha iniziato a dare il nome alle Ford Mustang che avevano le migliori prestazioni. La Shelby GT500 di questo articolo, che andrà all’asta con Mecum a gennaio, ha una ulteriore preziosissima particolarità: è appartenuta allo stesso Carroll Shelby.
Si tratta quindi di un esemplare molto ricercato, perché le Shelby appartenute a Carroll Shelby ricevono sempre quotazioni più alte quando vengono messe in vendita. Nel dettaglio, la vettura è dotata di un cambio automatico C6 ed è rifinita in Red Candyapple con interni neri. È dotata di una radio AM Philco, sedili posteriori sportivi, servosterzo, differenziale Traction-Lok e ha ricevuto un restauro completo.
Ma se volete conoscere la storia delle mitiche Mustang Shelby proseguite nella lettura di questo articolo.
Pony Car
Quando Ford lanciò la Mustang nel 1964, il successo fu istantaneo: queste vetture venivano vendute con la stessa velocità in cui venivano prodotte. Il modello acquisì una fama tale da generare un segmento di mercato completamente nuovo, quello delle “Pony Car”, nome derivante dal cavallo selvaggio mustang emblema dell’auto.
Nonostante questo successo Lee Iacocca, Direttore Generale di Ford, era preoccupato dal fatto che un’auto sportiva come la Mustang non avesse effettivamente un palmares di vittorie nelle gare. Decise così di dover porre rimedio a questa mancanza.
Ford e Carroll Shelby si erano già incontrati grazie alla Shelby Cobra, una AC Ace che nel passaggio dall’Inghilterra agli Stati Uniti aveva ricevuto un nuovo motore V8 di Ford. Iacocca e Shelby raggiunsero presto un accordo: Shelby e il suo team avrebbero sviluppato una versione ad alte prestazioni della Mustang con l’obiettivo di portarla in pista e farle vincere quante più gare possibile.
La nuova vettura fu appunto la Shelby GT350, che gareggerà contro le auto sportive dominanti dell’epoca come Corvette, Jaguar XKE, Sunbeam Tiger e numerosi modelli Ferrari. Il notevole successo della GT350 fu probabilmente maggiore di quanto lo stesso Iacocca si aspettasse. La GT350 non vinse solo alcune gare, ma dominò per tre anni di fila, dal 1965 al 1967, la Classe B-Production del campionato Sports Car Club of America.
Arriva il Big Block
Nel 1967, Ford svelò la nuova Mustang. Il nuovo modello era leggermente più grande del precedente, aveva più spazio interno, un bagagliaio maggiore e, forse più importante, il suo vano motore era abbastanza grande da accogliere un V8 Big Block di Ford. Shelby e il suo team accolsero queste modifiche sviluppando una nuova versione della serie Shelby GT chiamata GT500.
Era equipaggiata con il V8 da 7 litri “Ford Cobra”, dotato di due carburatori Holley su un collettore di aspirazione in alluminio di media altezza. Questo motore era notevolmente più potente del V8 da 4,7 litri della GT350, offrendo 355 CV contro i 271 del V8 più piccolo. Anche la coppia era notevolmente maggiore: 569 contro 446 Nm. Tale potenza veniva trasferita alle ruote posteriori attraverso un cambio manuale a 4 rapporti o una trasmissione automatica a 3.
All’interno dell’abitacolo era stato montato un roll bar di sicurezza, forse per la preoccupazione di mettere così tanta potenza a disposizione di piloti potenzialmente inesperti. Vennero apportate numerose altre modifiche al veicolo per migliorarne le prestazioni e gestire al meglio il nuovo motore più pesante. Le molle elicoidali anteriori vennero potenziate così come la barra antirollio, mentre i freni a disco anteriori diventarono parte della dotazione di serie insieme agli ammortizzatori Gabriel.
Il badge Cobra venne applicato sia all’interno che all’esterno dell’auto, come per assicurarsi che i passanti non la confondessero con una “normale” Mustang. Un anno dopo, nel 1968, venne anche rilanciata la GT500KR, dove KR stava per “King of the Road” (re della strada).
La serie Shelby GT500 rimase in vendita dal 1967 al 1970 per poi tornare a grande richiesta nel 2007 e rimanere in produzione, con diverse sottovarianti tra cui anche la KR attuale, fino ai giorni nostri.