Alpine progetta il Naviplane che vola sull’acqua
Alpine è da tempo impegnata nel percorso di realizzazione di una strategia di sviluppo sostenibile che passi anche attraverso l’elettrificazione della gamma. Tuttavia, per l’a società’azienda questo non era evidentemente sufficiente ed è così che, lo scorso anno, Alpine ha deciso di creare R&D Lab, un team che ha come obiettivo quello di far valere le proprie competenze tecnologiche oltre l’industria automotive, attraverso collaborazioni con partner innovativi a livello di mobilità sostenibile, robotica avanzata, sport e salute.
A capo del team c’è Bob Bell, ex direttore tecnico di Renault quando ha vinto il Campionato mondiale di F1 nel 2005 e nel 2006, e oggi consulente strategico di Alpine. È proprio il manager a spiegare come il lab sia una struttura poliedrica, che riunisce le risorse delle entità sportive che progettano e sviluppano i motori di Formula 1 e quelli di Alpine Cars, che si occupa dei modelli di serie.
È sempre Bell a illustrare uno dei progetti congiunti attualmente più interessanti, quello che è frutto della collaborazione con Aqualines, un veicolo che è descritto come un mezzo “che si muove molto vicino alla superficie del mare, proprio come le monoposto di Formula 1 si spostano molto vicino al suolo”. La collaborazione, prosegue Bell, si è sviluppata in più fasi, pur in tempi molto stretti: “la prima fase è consistita nel progettare il modellino per la galleria del vento partendo dal design di Aqualines. Poi l’abbiamo prodotto e testato nella galleria del vento”.
L’innovazione dei Naviplane di Aqualines
Ma come funzionano i Naviplane di Aqualines? Stando ai dettagli forniti, se le monoposto di Formula 1 sfruttano l’effetto suolo per creare sotto l’auto un fenomeno di deportanza che le tiene incollate alla strada nonostante le altissime velocità, i Naviplanes fanno più o meno lo stesso sfruttando l’effetto suolo per creare una portanza che permette loro di volare sull’acqua, riducendo al minimo la resistenza al movimento.
Con tale approccio, i propulsori anteriori sono in grado di spostare l’aria sotto lo scafo mentre il propulsore posteriore genera una spinta: dopo aver raggiunto una velocità di 90-100 km/h, non c’è più bisogno di energia per mantenere l’effetto suolo, rendendo questo mezzo di trasporto molto economico. Non solo: non impattando sul mare, ma volando sopra la superficie dell’acqua, una volta raggiunta la velocità di crociera i Naviplanes non determinano alcun effetto pregiudizievole sugli ecosistemi sottomarini.
A questo punto, l’obiettivo è quello di effettuare i primi test in scala 1:1 per inizio 2024.