Blue Nomad potrebbe essere la nostra nuova casa del futuro
Sempre più team di ricercatori e ingegneri sono impegnati a sviluppare delle soluzioni abitative che possano fronteggiare qualsiasi catastrofe climatica, comprese delle alluvioni di portate apocalittiche.
È in tal senso che si inserisce il nuovo progetto di un gruppo di studenti dell’Institut auf dem Rosenberg, un collegio privato con sede a San Gallo, in Svizzera, che ha ideato una struttura galleggiante a energia solare progettata che può navigare nell’Oceano e aiutare le persone a resistere al meglio ai cambiamenti climatici.
Il prototipo di abitazione galleggiante qui descritta si chiama Blue Nomad e si ispira sia alle piccole abitazioni che alle tradizionali imbarcazioni oceaniche, pur presentando un’estetica futuristica. Le comunità galleggianti esistono già nei Paesi a rischio di inondazioni, dove l’innalzamento del livello del mare e le frequenti tempeste provocano l’innalzamento delle acque. Dunque, l’idea di creare un habitat sull’acqua non è una novità assoluta.
Ciò premesso, è pur vero che il progetto apporta una serie di interessanti innovazioni, concentrandosi ad esempio sulla sostenibilità e sulla collaborazione con gli esperti di ingegneria e con i progettisti di SAGA Space Architects, un’agenzia di design tecnologico danese specializzata nello sviluppo di habitat per la Terra e lo spazio.
Sfruttando la propria creatività, resa più pragmatica dalla collaborazione con gli esperti di design tech, gli studenti hanno così immaginato un’abitazione in grado di fungere da rifugio per il “nomade moderno” che viaggerà e vivrà sull’acqua a tempo pieno. Hanno così studiato i primi insediamenti nomadi polinesiani e poi hanno usato l’intelligenza artificiale per dare vita alla loro visione.
L’habitat galleggiante Blue Nomad è realizzato in fibra di lino intrecciata e combinata con altri materiali sostenibili, tra cui piastrelle di alghe e pareti di sughero per garantire isolamento e resistenza al fuoco. È alimentato esclusivamente dall’energia solare, con ben 48 pannelli solari montati sul tetto per generare energia per la propulsione, l’elettricità e la produzione di cibo.
L’imbarcazione vanta inoltre un design asimmetrico con un layout che comprende uno spazio abitativo nel braccio più grande, cuccette, una piccola cucina e uno spazio di lavoro. Può ospitare due persone e due ospiti, ma il suo design modulare consente di fondere più unità per creare spazi abitativi condivisi. Per quanto riguarda le dimensioni, l’habitat galleggiante misura 6,7 x 4,9 metri, divenendo così abbastanza compatto da poter passare attraverso le chiuse e i canali presenti nelle vie d’acqua europee.
Una volta terminata la fase dell’ideazione si è giunti a quella della predisposizione del mock-up a grandezza naturale, che ha richiesto sei mesi per essere completato. Non solo: ora si sta costruendo un prototipo vero e proprio, che il team ha in programma di esporre a due eventi quest’estate, la Biennale del Design di Londra a giugno e l’Energy Boat Challenge di Monte Carlo a luglio.
Passando infine al design degli interni, la previsione è quella di arredare l’imbarcazione in modo minimalista per offrire una vita confortevole ma senza inutili fronzoli. Ci sarà dunque spazio per due letti matrimoniali su due livelli, una cucina funzionale, un bagno con impianto idraulico e uno spazio esterno con posti a sedere. Fanno parte del progetto anche un sistema di filtraggio dell’acqua e una torre aeroponica per la coltivazione di ortaggi.
L’obiettivo a medio termine è quello di permettere all’habitat galleggiante Blue Nomad di compiere un viaggio inaugurale nel Mare del Nord alla fine del 2024.