Che moto posso guidare con la patente B? Vale anche all’estero?
Molte persone si domandano che moto si possa guidare con la patente B e se con tale patente si possa guidare anche all’estero.
Considerato che il tema merita una considerazione un po’ più complessa di qualche risposta superficiale che purtroppo è riscontrabile ancora online, cerchiamo di fare la dovuta chiarezza su questo argomento.
Che moto guidare con la patente B
Per comprendere che moto si può guidare con la patente B si può brevemente riassumere come la patente B permetta la guida dei ciclomotori 50 cc e altri veicoli guidabili con la patente AM, e motocicli con cilindrata massima di 125 cc, potenza non superiore a 11 kW e rapporto potenza peso non superiore a 0,1 kW/kg, e tutti gli altri veicoli guidabili con la patente A1. C’è però una limitazione territoriale: il possessore di patente B può guidare una moto 125 solo sul territorio italiano mentre all’estero deve obbligatoriamente disporre del documento di guida A1 o superiore (A2 o A).
Attenzione, però. Molto dipende anche da quando è stata presa la patente. Schematizziamo in questo modo:
- chi ha preso la patente B entro il 31 dicembre 1985 può condurre qualsiasi motociclo senza limitazioni di cilindrata e potenza (dunque, anche 250, 500 e 1000 cc);
- chi ha preso la patente B tra il 1° gennaio 1986 e il 25 aprile 1988 può condurre qualsiasi motociclo, ma solo in Italia;
- chi ha preso la patente B dopo il 25 aprile 1988 deve essere sottoposto alle regole vigenti.
Si può guidare la moto all’estero con la patente B?
A questo punto risulta sicuramente più facile cercare di capire che moto si possa guidare all’estero con la patente B.
In sintesi, le cose sono cambiate per chi ha conseguito la patente dopo il 25 aprile 1988: prima di tale data la patente consentiva infatti di guidare qualsiasi motociclo, a prescindere dall’età. Si trattava tuttavia di una sorta di privilegio italiano, considerato che altrove funzionava in maniera molto diversa. Proprio per porre fine alle diverse regole sussistenti nell’Unione Europea, si mise fine a questa disparità per tutti coloro che erano titolari di patente B conseguita dopo il 31 dicembre 1985.
Le patenti B conseguite dal primo gennaio 1986 al 25 aprile 1988 davano invece la possibilità di poter guidare qualsiasi motociclo, ma solamente in Italia, mentre per la guida all’estero era necessario sostenere un esame pratico alla Motorizzazione. Questo breve periodo era, insomma, inquadrabile come un momento di transizione prima dell’entrata in vigore della norma che ha introdotto la prova di guida obbligatoria nell’esame della patente, su tre livelli differenziati per cilindrata, potenza ed età anagrafica.
Come funziona negli altri Paesi?
In Italia i titolari di patente B con almeno 18 anni di età possono guidare motocicli della categoria A1 in ambito nazionale. Ma come funziona negli altri Paesi?
Le differenze rimangono abbastanza evidenti. All’interno del proprio territorio di riferimento, infatti, i francesi ammettono tale guida solo dopo due anni e sette ore di prove di guida, mentre in Germania dal 2020 è ammessa dopo cinque anni e con almeno 25 anni di età.
Regole diverse in Spagna, dove la guida è consentita dopo tre anni, così come nel Regno Unito, dove è prevista una formazione di base obbligatoria ma nessun esame. In Portogallo si prevede almeno 25 anni di età o una patente specifica per i ciclomotori, mentre in Austria la guida è ammessa dopo cinque anni e una formazione pratica di 6 ore.