Come funziona l’elettronica sulla Yamaha Tracer 9 GT+
Controllo della trazione, anti-impennata, launch-control, controllo dell’imbardata: negli ultimi anni l’elettronica è diventata protagonista assoluta. È merito suo se possiamo divertirci, in pista e fuori, con moto che superano agilmente i 200 CV. Ci grazia quando, presi dalla foga, spalanchiamo il gas in modo maldestro… qualche lampeggio sul cruscotto e le derapate peggiori tornano sotto controllo. Insomma è innegabile che cercare il limite, mentre i controlli vegliano su di noi, è meno stressante di una decina di anni fa.
Da invasiva a esaltante
La prima volta che ho incontrato il controllo di trazione è stato nel 2014, sulla Yamaha R1 di mio padre. Faceva ancora parte dei primi sistemi: tramite due sensori sulle ruote leggeva la differenza di velocità di rotazione tra gomma anteriore e posteriore, poi interveniva in caso di slittamento. Il risultato? Se ti scordavi di ridurre l’aggressività del sistema, anziché impennare, finivi per sobbalzare come un ranocchio per decine di metri. La figura da brocco era assicurata e in uscita di curva si perdeva un sacco di tempo.
Le moto di oggi si affidano a piattaforme inerziali che leggono migliaia di dati al secondo, fra cui angolo di piega e posizione dell’acceleratore. Il risultato è esaltante: girate la manopola, il musetto si alza e l’anteriore galleggia per metri mentre voi date tutto gas e vi godete la sensazione di volare. A rimettervi a terra ci pensa la moto, dolcemente e senza perdere un decimo. Con lo stesso principio viene gestita la derapata, con equilibrio… quel tanto che basta a lasciare a terra la striscia nera di gomma come capita ai piloti veri. Tecnologia figlia del motomondiale, grazie MotoGP!
Nel giro di poco tempo, dalle supersportive la stessa tecnologia è migrata verso le moto naked e da turismo. Affinata e adattata ai vari scopi, oggi equipaggia la maggioranza dei modelli di tutte le case. Sulle turistiche è arrivato persino il cruise control adattivo, come sulle automobili. E funziona davvero bene!
Frena da sola
Se adesso vi dicessi che c’è una moto che non soltanto fa tutto quello di cui abbiamo parlato fino ad ora, ma frena anche da sola? Siete scettici lo so. Come può una moto frenare in autonomia e non causare una caduta? Andiamo con ordine.
Il mezzo in questione si chiama Tracer 9 GT+ (leggete GT plus), di casa Yamaha. È l’evoluzione dell’ultima versione di Tracer 9 GT, e oltre al “plus” nel nome guadagna un radar incastonato tra i fari anteriori. Si trova proprio sotto al musetto e contribuisce a governare il cruise control adattivo, l’avviso anti-collisione e la frenata unificata elettronica. Questa moto riesce quindi a regolare autonomamente la velocità quando si avvicina a un veicolo che la precede, così da tenere una distanza di sicurezza impostata tramite il quadro strumenti. Lo fa dolcemente, senza strappi, e riprende fluida appena la strada davanti torna libera. Grazie alla piattaforma inerziale, la centralina agisce sul motore e poi sui freni. E contemporaneamente regola lo smorzamento delle sospensioni elettroniche mantenendo così un bilanciamento ottimale.
La versione Plus di Tracer è la prima moto ad utilizzare il radar per mitigare il rischio di collisione. Il sistema è un’esclusiva di Yamaha e a Iwata ne vanno fieri. Se un avviso lampeggiante ampio quanto tutti i sette pollici dello schermo TFT della Tracer non bastasse a farvi capire che siete a rischio collisione, interviene la centralina gestendo e ripartendo la frenata tra anteriore e posteriore, per minimizzare lo spazio d’ arresto e limitare il rischio di caduta. Proprio per evitare inaspettati e repentini sbilanciamenti, il sistema entra in funzione solo se il pilota sta già utilizzando i freni.
Tranquilli, smanettoni! Non hanno trasformato una moto in una berlina da viaggio autostradale. La Tracer 9 è una viaggiatrice comoda, ma in Giappone sanno bene quanto può essere divertente su un bel misto di montagna. Perciò se avete sganciato le borse laterali e scaricato il passeggero, l’elettronica vi sarà utile in un modo differente. La frenata unificata interviene anche in curva: se entrate allegri in un tornante con i freni “in mano”, lei agirà sulla pinza posteriore per bilanciare la moto e aiutarvi a tenere la traiettoria. Meno pensieri e più divertimento. Funziona bene, non è troppo invasivo ma sa farsi sentire quando è necessario. Provare per credere.