Come funziona un cambio automatico a doppia frizione?
Il cambio automatico a doppia frizione ha fatto la sua comparsa sul mercato 20 anni fa con la Volkswagen Golf R32: da quel momento in poi si è conquistato un discreto spazio tra le case automobilistiche e, soprattutto, nel pubblico di conducenti e, in esso, tra gli appassionati di guida divertente e prestazionale. Ma come funziona esattamente?
Cos’è il cambio automatico a doppia frizione
Per prima cosa, condividiamo come il cambio automatico a doppia frizione sia un tipo di trasmissione automatica in cui una coppia di frizioni (ognuna delle quali ha il compito di gestire una serie di rapporti) trasmette il moto alle ruote alternandosi sulla base della marcia richiesta.
La trasmissione di questo cambio automatico è dunque dotata di due alberi di ingresso coassiali, ciascuno dei quali è connesso a una propria frizione. Il risultato è una maggiore sicurezza e comodità al volante, come da caratteristiche tipiche di un cambio automatico, con il piacere di guida e le emissioni che sono però tipiche di quelle di un cambio manuale.
Quanto basta, insomma, per spingere produttori e conducenti a privilegiare questo tipo di cambio.
Come funziona il cambio automatico a doppia frizione
Abbiamo già rammentato come il cambio automatico a doppia frizione consista in un sistema con due gruppi separati e indipendenti di trasmissione, ciascuno dei quali dispone di una propria frizione: al primo sistema è demandato il compito di gestire i rapporti pari, mentre all’altro è demandato il compito di farlo con i rapporti dispari.
Dunque, quando innestiamo la prima marcia, il moto viene trasmesso alle ruote chiudendo la relativa frizione. Nell’altro gruppo – a cui, come abbiamo visto, spetta il compito di gestire i rapporti pari – succede l’opposto: viene tenuto isolato dall’altra frizione, tenendosi pronto per la seconda marcia.
A questo punto, quando la velocità dell’auto è sufficiente per il cambio di marcia, la frizione del gruppo dei rapporti dispari si apre, mentre quella dei rapporti pari si chiude. Il processo si inverte, ovviamente, con l’inserimento della terza marcia, e così via.
Si noti che il passaggio dall’uso dell’una all’altra frizione avviene in maniera simultanea, graduale e dolce, con la fluidità di marcia che ne trarrà evidente giovamento grazie alla presenza di attuatori elettroidraulici con centralina che previene le richieste del guidatore con un buon livello di efficacia.
Conviene il cambio automatico a doppia frizione? Vantaggi e svantaggi
A questo punto potrebbe essere lecito domandarsi se il cambio automatico a doppia frizione conviene o meno, quali siano i suoi vantaggi e quali i suoi svantaggi.
Peraltro, buona parte di essi sono già intuibili. Questo tipo di cambio permette infatti il passaggio da un rapporto all’altro senza percepire il “buco di coppia”, ovvero la mancanza di potenza che si avverte nel momento in cui si cambia marcia.
Ancora, si noti come i tempi del cambio marcia siano molto brevi: in termini pratici, questo si traduce in una migliore prestazione, con accelerazioni più rapide. Migliore sarà anche la percezione della vettura da parte del guidatore, che potrà in questo modo reagire al pedale del gas con maggiore immediatezza.
Oltre ai vantaggi, però, è altresì opportuno tenere conto degli svantaggi. Uno di essi è prevalentemente tecnico: si tratta infatti di un sistema complesso, che si traduce in una maggiore difficoltà di intervento in caso di manutenzione, peso più elevato e prezzo più oneroso.